Lo sblocco degli aiuti statunitensi per l’Ucraina potrebbe costringere la Russia a rivedere gli assi della sua offensiva contro Kiev. Il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha confermato l’ipotesi di creare una “zona cuscinetto” nel Paese invaso per impedire ai missili Atacms, con una gittata di 290 chilometri, di colpire il territorio della Federazione.
“Rispetto a questo non è cambiato nulla”, ha affermato il politico, aggiungendo anche che il tema delle armi a lungo raggio e di potenziali attacchi nelle aree in cui saranno concentrate “è piuttosto di competenza delle forze armate. Noi non siamo qualificati per dire qualcosa al riguardo”. L’arrivo dei sistemi Mgm-140 in Ucraina è segno di un importante cambio di passo da parte degli Stati Uniti. Fino ad ora, infatti, i vettori forniti a Kiev avevano una gittata massima di 160 chilometri. È un’indicazione del sostegno Usa alla strategia delineata per il 2024, improntata ad attacchi in profondità nei territori della Federazione e a una postura difensiva lungo il fronte.
Per quanto riguarda le mosse della Russia, si può ipotizzare una rinnovata offensiva delle forze di Putin lungo il confine nord-orientale dell’Ucraina, l’unico tratto dove vi è ancora un contatto diretto con la frontiera dei territori controllati da Mosca. Il punto focale di queste operazioni potrebbe essere Kharkiv, la seconda città del Paese. Le truppe del Cremlino sono state costrette a ritirarsi da questa regione durante la controffensiva di Kiev del 2022, aprendo la strada a raid dei partigiani russi pro-Ucraina negli oblast’ di Belgorod e Kursk.
L’ipotesi di una “zona cuscinetto” era stata ventilata per la prima volta proprio in occasione di massicci attacchi da parte di questi battaglioni, nel marzo del 2024. Durante le azioni offensive di quelle che il Cremlino ha definito “formazioni terroristiche” sono stati presi di mira tre villaggi in prossimità del confine, ma stando a quanto dichiarato dal ministero della Difesa di Mosca i partigiani hanno subito gravi perdite senza ottenere risultati rilevanti. L’arrivo degli Atacms potrebbe segnare anche una ripresa di questi blitz, il che costringerebbe la Federazione a stanziare sempre più uomini e mezzi lungo la frontiera e forse a ridurre la portata delle operazioni offensive in altri punti del fronte.
La minaccia dei vettori a lungo raggio è stata riconosciuta anche dal titolare del dicastero della Difesa Sergei Shoigu, ora alle prese anche con l’arresto del suo vice Timur Ivanov. Durante un vertice con i capi delle forze armate, il ministro ha affermato che “aumenteremo l’intensità dei raid contro i centri di logistica e i magazzini di armi occidentali“