“Chiediamo di abolire il manganello”, mistero Schlein e Fassino: quindi, oggi…

"Chiediamo di abolire il manganello", mistero Schlein e Fassino: quindi, oggi...

– A ben vedere, le liste del Pd sono un vorrei ma non posso. Elly sognava una sorta di grosso calderone di sardine, ma non le è riuscito il blitz. Quello che ne viene fuori è una crema impazzita, c’è tutto e il contrario di tutto: la pacifista Strada e la Annunziata; il cattolico Tarquinio e l’attivista Lgbt Zan; turboverdi come Evi e moderati vari. A pensarci bene, l’ambiguità dei valori rappresentati rappresenta al meglio il nuovo Pd disegnato da Elly: nella circolarità lineare dell’armocromia, nessuno ha ancora capito dove dovrebbero andare i dem.

– La commissione Istruzione del Senato ha adottato un testo base che elimina il numero chiuso nelle Facoltà di Medicina. In realtà lo elimina solo per un semestre, poi una qualche selezione verrà fatta. In linea generale, si può essere d’accordo: la miglior barriera è rappresentata dalla mole esami e non tutti hanno la forza per arrivare fino in fondo. Però hai voglia a togliere il test d’ingresso se poi non possiedi i fondi per finanziare le scuole di specializzazione, motivo per cui la riforma non cancella affatto il numero chiuso. Qui allora le opzioni sono due: o si elimina il concorsone iniziale e si affida il tutto al mercato (il migliore va avanti, gli altri si trovano un altro mestiere); oppure la selezione va tenuta all’inizio. La classica via di mezzo all’italiana (“studia sei mesi, poi vediamo”) non risolve alcun problema.

– La storia di Piero Fassino è meglio, molto meglio di una fiction. Il deputato Pd è stato denunciato per aver rubato un flacone di profumo al duty free di Fiumicino. Vero? Falso? Ci credo poco. Lui afferma di averlo infilato nel giaccone e, per errore, di essersi dimenticato di pagarlo. È impossibile, dico impossibile, che con uno stipendio simile un deputato rischi la faccia e la carriera per 100 micragnosi euro di Chanel. Se però avessero chiesto ad uno sceneggiatore di mettere nero su bianco un film di fantascienza non avrebbe saputo fare di meglio. O forse va considerato come uno show comico?

– Vi riporto per intero la risposta che Elly Schlein ha dato alla semplice, semplicissima domanda dell’intervistatore sulle liti tra correnti sul nome nel simbolo del Pd: “Noi abbiamo approvato in Direzione delle liste meravigliose perché sono aperte a personalità della società civile che per la loro competenza rappresentano le battaglie per l’Europa che vogliamo e nel contempo tengono insieme le migliori energie del partito. È la prima volta che si fanno le liste con un metodo nuovo che archivia il manuale Cencelli. E per tenere il marito unito le abbiamo fatte insieme alla minoranza: non ci sono state scene traumatiche o notti dei lunghi coltelli, sono state approvate all’unanimità”. Elly, scusa, ma la domanda non era sul nome nel simbolo?

– Secondo Elly, “la Rai non è più servizio pubblico ma si trasforma in un megafono del governo”. In effetti, Serena Bortone, già responsabile comunicazione e ufficio stampa per le primarie del Pd, che su Rai3 conserva un programma tutto suo, è il più fulgido esempio di indipendenza giornalistica in Telemeloni. Ma fateci il piacere.

– Leggo dal Corriere che il Re dei tabloid americani, amico di Trump, avrebbe ammesso di aver insabbiato tre articoli che sarebbero stati grandi scoop. Viene riportato un esempio: l’intervista al portiere della Trump Tower secondo cui il Tycoon avrebbe avuto un figlio con una domestica. Piccolo problema: la storia venne verificata e risultò falsa. Mi spiegate allora dove sarebbe lo scoop?

– Ma se anche l’emendamento approvato ieri al Senato fosse “una mano tesa agli anti abortisti”, quale sarebbe il problema? Riformulo la domanda: è forse vietato in Italia essere anti-abortisti? No. Sarebbe addirittura lecito, parliamo per ipotesi, riscrivere per intero la legge 194 se la maggioranza eletta in parlamento lo volesse. Si chiama democrazia. Non riuscire a comprendere un ragionamento così banale dà il senso dell’irrisorio italico rispetto per le regole base del gioco democratico. Tutto ciò che la maggioranza di governo vota, nei limiti della Costituzione, è legittimo perché espressione del voto degli elettori. Volendo, e non è questo il caso, si potrebbe anche abolire la legge sull’aborto. Chiaro?

– La scemenza del giorno la scrive Viola Ardone, con tutto il rispetto del caso: “Tra fascismo e antifascismo non c’è una terza via”. Errato: esiste un sentiero decisamente migliore, quello intrapreso da chi dopo 80 anni ha imparato a lasciarsi la storia alle spalle e a guardare avanti per non restare prigioniero di un mondo che non esiste più. Come sintetizza egregiamente Giordano Bruno Guerri: chi ribadisce allo sfinimento il suo antifascismo “ricorda quello che protestano contro la spedizione dei Mille”. Sono fuori dalla storia.

– Ieri vi abbaiamo mostrato 4 secondi di un video davvero clamoroso, con l’ordine agli agenti di non usare il manganello. La plastica resa degli agenti fa molto discutere. E il timore di utilizzare lo sfollagente -per non rischiare di essere additati come manganellatori – ha pervaso a tal punto il sistema che pure la questura torinese -dopo gli scontri- ha sentito il dovere di precisare che il personale vi ha fatto ricorso solo quando è stato “necessario per effettuare azioni statiche di alleggerimento”. Domanda: ma di cosa ha paura la questura? Di finire alla gogna? Di essere additati dal presidente della Repubblica come parti in causa di un “fallimento”? In queste ore abbiamo sentito alcuni poliziotti e molti condividono un certo malessere. L’obiezione suona più o meno così: “Se l’uso della forza legittima non viene vista di buon grado, allora non mandateci più al massacro e toglieteci il manganello”. Perché è un paradosso chiedere agli agenti di impedire ad un corteo di centinaia di persone di assaltare la sede di un convegno, e poi punirli se osano sfiorare quei ragazzi che sputano loro addosso, che insultano, spingono e li prendono a calci negli stinchi. Rinunciare al manganello sa di resa ai violenti: “Dovete fermarli, ma non potete toccarli; piuttosto, fatevi menare”. E allora è comprensibile se poi i poliziotti, puntualmente feriti, si dicono stufi di essere usati come “bambole di pezza per il divertimento di quattro invasati”.

– Godevole iniziativa del sindacato FSP Polizia di Stato: gli agenti hanno chiesto ufficialmente di abolire il manganello, ma anche di essere privati di scudi, caschi e ogni sorta di protezione. Lo Stato dovrà tuttavia garantire ai poliziotti di tornare sani e salvi a casa, dunque di provvedere pene severe per gli aggressori o di non impegnarli in situazioni di rischio. Cioè mai. L’idea è geniale e trasferirebbe sulla politica ogni responsabilità. Se poi i cortei degenerano, se i convegni vengono presi d’assalto, se le sedi dei partiti o della Rai non sono difese a dovere, se le tifoserie avversarie si massacrano di botte senza che nessun poliizotto si metta in mezzo, nessuno si venga a lamentare.

Lo sfollagente esiste per essere usato.

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