Il Partito Democratico sta vivendo uno dei suoi momenti più delicati tra le batoste elettorali e le tensioni interne. Non senza difficoltà è stata trovata la quadra sulla lista dei candidati alle europee e anche sul simbolo, oggetto di dibattito per la possibilità di inserire il nome della segretaria Elly Schlein, osteggiata da mezzo partito, segreteria compresa. Ma c’è chi guarda oltre, come Roberto Morassut. Il deputato dem ha la ricetta per risolvere un grosso problema: eliminare la carica di “segretario“, meglio il termine “portavoce“. Perchè? Chiedere a Iosif Stalin.
Intervistato da Radio Radicale, Morassut ha evidenziato che il nome della Schlein sul simbolo delle europee non sarebbe stato un problema, per poi mettere sul tavolo la proposta rivoluzionaria:“Magari sarei per cambiare il titolo dei nostri leader e non chiamarli più ‘segretari’, un termine che è un retaggio staliniano, perchè prima di Stalin aveva un mero valore amministrativo interno, non aveva alcuna funzione politica. poi, divenuto capo, Stalin ritenne di mantenere la carica di segretario, perchè gli dava l’opportunità di controllare il partito”. Come anticipato, la proposta è quella di chiamare i leader dem “portavoce”, espressione che meglio definirebbe la sintesi che un capo politico deve rappresentare di una comunità plurale e di un partito in movimento. Ma c’è un altro dettaglio: “portavoce” è l’espressione tanto cara al Movimento 5 Stelle, in particolare a quello delle origini. Per evitare termini come “senatore” o “deputato” – ora invece accettati di buon grado – i grillini definivano gli eletti in Parlamento come “portavoce” del popolo. Populismo allo stato puro.
Con la tensone al Nazareno, forse le priorità dovrebbero essere altre. Ma Morassut ha le idee chiare per il destino dem. Tornando al nodo del nome della Schlein nel simbolo, il deputato ha evidenziato che c’è un valore aggiunto ma c’è anche un aspetto più generale: è necessario elaborare il valore che ha la figura della persona alla guida di una comunità politica. “Nel nostro caso non è una forma di personalizzazione assoluta ma un completamento tra collettivo e personale. I cittadini lo cercano. E noi non possiamo ignorare questa cosa”, la sottolineatura dell’ex sottosegretario all’Ambiente.
Soffermandosi sul punto, Morassut ha rimarcato che il Pd non deve avere paura dell’elemento della persona nel dibattito politico, evidenziando che sono proprio i dem a invitare l’elettorato a votare una persona alle primarie: “Negarlo in una competizione elettorale mi sembrerebbe contraddittorio. Questo non mette in discussione il carattere plurale”.
Infine, la stoccata sulla gestione del partito: “Vorrei leadership più forti e una maggiore democrazia popolare, mentre nel Pd i leader vengono bruciati e gli iscritti contano poco“.