I Fratelli d’Italia, che qui sono fratelli della Tuscia, riempiono la sala conferenze iniziando, come si conviene, dal lato destro. I 160 posti a sedere finiscono in fretta, ma ci vuole poco perché si esaurisca anche lo spazio per i posti in piedi. Anche fratello sole non fa mancare i suoi raggi sulle terme dei Papi che ospitano l’evento, così l’unica che tarda un po’ farsi vedere è proprio lei, la sorella d’Italia, Arianna Meloni, protagonista di giornata. Attesa qui a Viterbo per aprire le danze della campagna elettorale per le Europee (sotto lo slogan «l’Italia cambia l’Europa») dai militanti locali e soprattutto da un gran numero di giornalisti e telecamere, molto incuriositi da questo «primo comizio» della first sister. Un evento da molti visto come un cambio di passo rispetto al basso profilo tenuto finora, una naturale evoluzione dopo gli incarichi da dirigente di Fdi e, per i più acrobatici, anche il luogo adatto per annunciare un ruolo più attivo nel partito, magari con una candidatura per le Europee.
L’inizio sembra promettente: Arianna arriva in ritardo e dribbla i cronisti in attesa infilandosi nell’hotel e seminando anche gli uomini della sicurezza, poi, camicia di seta blu, pantaloni bianchi e sorriso smagliante, arriva sul palco accolta da un’ovazione del pubblico e circondata da microfoni e telecamere. Giorgia è abituata, lei meno, e tradisce un certo stupore per l’attenzione dei media. Ci pensa il capogruppo Fdi in regione, Daniele Sabatini, a sdrammatizzare sotto le raffiche dei flash: «Arià, e fattela na foto». Poi iniziano gli interventi e Arianna sorride e applaude, anche quando il deputato viterbese Mauro Rotelli sottolinea l’inusuale copertura mediatica dell’evento, effetto collaterale della presenza di Arianna. Che, quando sale sul palco, con la stessa voce della sorella, ci tiene a mettere le cose in chiaro. «Non amo stare molto sotto i riflettori, l’ho detto varie volte e lo sanno tutti», spiega quasi subito. «Credo che si possa fare politica anche senza avere un ruolo pubblico, anche stando dietro le quinte», insiste. E il primo comizio, allora? Lei per prima sa bene che «si è parlato tanto di questa mia presenza qui a Viterbo», e immagina che molti potrebbero pensare che ora magari «voglia fare il grande leader». La replica è secca. «Non sono qui per sostituire il presidente del Consiglio, non sono qui per fare il capo del partito. Sono qui da dirigente di Fratelli d’Italia e soprattutto da militante, perché è questo che siamo, militanti, persone che hanno scelto di fare politica senza avere nessuna ambizione personale». La voce si fa più sicura, Arianna dipana il filo della sua storia politica iniziata nel 1992 a Garbatella, con Giorgia, tra «Tangentopoli e stragi di Stato», con la sua comunità, quella che due anni fa è arrivata al governo, un governo che deve passare alla storia, insiste la Sorella d’Italia, come quello che «cambiò l’Italia». E, adesso, anche l’Europa, che va rivoluzionata dall’interno. Ma con lei ancora dietro le quinte. «Non mi candido», grida infatti alla fine ai cronisti che la incalzano, dopo aver salutato la platea alla sua maniera: «Ci incontriamo nella mischia».
Leader sì, ma della militanza.