È stata aggredita da un uomo“robusto e di mezza età”, che l’avrebbe spinta nell’androne di un palazzo per abusare di lei lontano da occhi indiscreti: un nuovo inquietante episodio di violenza sessuale scuote la città di Torino.
Stando a quanto riferito dalla vittima e dal suo soccorritore, i fatti si sono verificati nella notte tra lunedì 15 e martedì 16 marzo. È all’incirca l’una, quando un uomo si avvicina alla fermata del bus di corso Racconigi nei pressi del civico 143: la sua attenzione viene attirata dai singhiozzi che sembravano provenire dallo stallo della fermata, dove il testimone scorge una ragazza accasciata a terra e in lacrime. “Ehi…come va? Che succede? Ehi….”, dice rivolgendosi alla giovane l’uomo, come riportato da La Stampa. La ragazza fa una rivelazione choc: “Sono stata violentata, aiutami”.
Senza indugi, il passante contatta il 112 e il 118, raccontando ciò che la giovane gli aveva appena rivelato. In breve in corso Racconigi giungono alcune pattuglie dei carabinieri e un’ambulanza: il personale medico presta i primi soccorsi alla giovane, dandole una bottiglietta d’acqua e aiutandola a salire a bordo del mezzo. Dopo essere riusciti a tranquillizzarla, i sanitari ripartono alla volta dell’ospedale Sant’Anna di Torino, dove la vittima viene sottoposta a tutti gli esami clinici del caso, il cui esito è chiaro: la 30enne ha subito una violenza sessuale.
Nella mattinata di martedì la ragazza si presenta in caserma per sporgere denuncia ai carabinieri di Mirafiori, ai quali racconta pochi dettagli dell’abuso subito. Stando a quanto riferito agli inquirenti non conosceva l’uomo “robusto e di mezza età” che l’ha aggredita, spingendola con la forza dentro l’androne di un palazzo. Inutile ogni tentativo di attirare l’attenzione di inquilini e passanti: nessuno avrebbe udito le sue grida disperate durante quei pochi minuti che sembravano durare un’eternità. Il responsabile si sarebbe quindi subito allontanato, mentre lei si è trascinata verso la fermata del bus di corso Racconigi.
Ancora forti le conseguenze dello choc subito dalla vittima, apparsa in stato confusionale nonostante i tentativi da parte dei carabinieri di metterla a proprio agio e di incoraggiarla a fornire più dettagli possibili per consentire l’identificazione del suo aguzzino. Pochi gli elementi certi, dato che la ragazza ricorda solo che il responsabile indossava una maglia di colore chiaro e che presumibilmente la stava pedinando da qualche minuto prima dell’aggressione.
Il resto della vicenda appare ancora lacunoso, come il motivo per cui si trovasse lì a quell’ora e in compagnia di chi fosse prima dei fatti, ma i carabinieri sperano di poter ottenere qualche preziosa informazione in più dalla visione dei filmati ripresi dalle videocamere di sicurezza installate nei pressi della zona in cui è avvenuto l’abuso.