Anvedi che sfiga Canfora, gli africani cacciano i migranti e Amadeus: quindi, oggi…

Anvedi che sfiga Canfora, gli africani cacciano i migranti e Amadeus: quindi, oggi…

Anvedi che sfiga. Nonostante le grandi mobilitazioni a difesa di Luciano Canfora, nonostante flotte di penitenti che si stracciavano le vesti per l’orribile censura, nonostante dotti editoriali per spiegare che – no – Giorgia Meloni non avrebbe dovuto querelare il filologo, alla fine il giudice ha rinviato a giudizio Canfora per diffamazione aggravata. I fatti li conoscete e risalgono all’aprile del 2022, quando Meloni era leader dell’opposizione. Canfora invitato a parlare in un liceo definì Meloni “neonazista nell’animo”. Questo vuol dire che Canfora è colpevole? No, ovviamente. Applichiamo un principio garantista -che spesso e volentieri a sinistra dimenticano contro i nemici politici- e diamo atto al filologo di essere tecnicamente innocente fino a prova contraria. Però una cosa è certa: il magistrato, rinviandolo a giudizio, ha ritenuto che la querela del premier fosse meritevole di approfondimento, di certo non temeraria, altrimenti non avrebbe accolto la richiesta del pm e avrebbe disposto il non luogo a procedere. A quanto pare, le lacrime antifasciste e i colti appelli internazionali in difesa degli intellettuali d’area non fanno giurisprudenza.

– Per darvi l’idea del livello di certa sinistra, sappiate che fuori dal tribunale di Bari, dove era prevista l’udienza di Canfora, si sono radunati alcuni supporter del filologo. Due annotazioni. La prima: taluni sono convinti che a sinistra sia tutto lecito e che “insultare un fascista non è reato”, moderna declinazione di un antico detto che di solito prevedeva l’utilizzo di spranghe e chiavi inglesi. Tutto è lecito, se fatto in nome della comune battaglia contro i presunti fascisti. La seconda: passi pure l’Anpi, che non avendo di meglio da fare si mette a difendere Canfora; ma mi spiegate per quale motivo la Cgil dovrebbe realizzare un picchetto in favore di uno storico querelato per diffamazione? Consiglio non richiesto: meno ideologia, più fabbrica. Oppure non lamentatevi se nessun operaio si iscrive più al vostro sindacato.

– Se fossi nella Rai non mi preoccuperei per Amadeus. Più che altro adesso chiederei a Fiorello di smetterla di fare spot quotidiani dalla tv di Stato all’amico conduttore che se ne andrà alla concorrenza.

Mario Draghi torna a parlare. E lo fa, con ogni probabilità, da candidato in pectore alla guida della Commissione Europea. Piccoli segnali da cogliere: quando Supermario afferma che occorre “un cambiamento radicale in Ue”, sta nei fatti affermando che l’Europa di questi ultimi cinque anni, quella di Ursula von der Leyen, non andava bene. Fate due più due…

– A dimostrazione che tutto il mondo è paese, sappiate che mentre l’Ue cerca di chiudere le porte agli immigrati “perché non tutta l’Africa può venire in Ue”, neppure gli africani non vogliono ospitare gli africani. O meglio: quelli del Nord non intendono tenersi i subsahariani. Lo ha dichiarato il presidente della Repubblica tunisina, Kais Saied, in apertura del Consiglio nazionale di sicurezza, riunitosi ieri a Cartagine. “La Tunisia non si piegherà alla volontà di coloro che vogliono farne un luogo di rifugio per i migranti subsahariani, né di transito, né di insediamento”. Insomma: pure gli africani cacciano gli africani.

– Date un premio a Ilenia Pastorelli che, dopo i manager dell’intimità sul set e le bordate #MeToo, la spiega senza tanti fronzoli. Le scene di nudo ti mettono in imbarazzo? “Se arriva il bonifico io sto sempre a mio agio”. Tradotto: se mi pagano, che problemi dovrei avere a mostrare le mie grazie? Applausi a scena aperta: “I bonifici non si rifiutano mai”.

– Il sondaggio di Swg per La7 parla chiaro: la lotta intestina all’interno del Campo largo giova al M5S e fa male al Pd. Conte ha conquistato uno 0,4%, Schlein ne ha persi altrettanti. Il che significa che dal caos barese in poi i grillini hanno rosicchiato quasi un punto percentuale ai dem. E sono sempre più vicini…

– Inutile è inutile, nel senso che difficilmente Aboubakar ne terrà conto. Però un sondaggio su Soumahoro, secondo cui la stragrande maggioranza degli italiani ne vorrebbe le dimissioni, dà il senso di quanto sia caduta in basso la considerazione verso il deputato con gli stivali, entrato in pompa magna in Parlamento, lodato dal gruppo l’Espresso, santificato da La7 e infine scivolato su una scomoda storia di migranti e famiglia.

– Vi elenco le proposte politiche che Elly Schlein vuole mettere sul piatto in vista delle Europee: settimana corta a parità di salario, lotta alla precarizzazione del lavoro, battaglia contro i subappalti, salario minimo, stop alla legge Bossi-Fini (ancora??) e legge sul fine vita. Mi sono annoiato a scriverli, e sono del mestiere. Figuratevi un elettore.

– Giustamente Zelensky fa notare un dettaglio, mica da niente: per difendere Israele dai droni dell’Iran, Usa, Francia e Gran Bretagna non si sono fatti tanti problemi a rischiare i propri aerei e anche, in caso di incidente, un coinvolgimento nella guerra. L’Ucraina invece viene bombardata da tempo coi missili eppure “gli alleati dicono che non possono darci questa o quell’arma, o che non possono essere in Ucraina con queste o quelle forze, perché allora si penserebbe che l’Ucraina ha trascinato la Nato nella guerra”. Non sarà mr.

simpatia, ma a volte ha ragione pure lui.

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