Dopo Maurizio Crozza, Fabio Fazio e Luciana Littizzetto, Nove ha messo a segno un altro colpaccio. Non è più un mistero ormai: Amadeus dà l’addio alla Rai per sposare l’ambizioso progetto della rete privata. Ma chi c’è dietro il canale che punta a sfidare Rai e Mediaset? Diretto da otto anni da Aldo Romersa, Nove è edito da Discovery Italia, divisione del gruppo Warner Bros. Discovery, e caratterizzato da una programmazione generalista. La nuova casa di Fazio non è l’unica rete del gruppo, che ne vanta altre dodici gratuite: Real Time, Food Network, Warner Tvm Giallo, K2, Frisbee, Dmax, Hgtv, Motor Trend, Discovery Channel, DC +1, Eurosport 1 ed Eurosport 2.
La faraonica campagna acquisti per Nove certifica ancora una volta l’ambizione di individuare un pubblico sempre più ampio da vendere alla pubblicità e il piano dell’editore ha fornito risposte positive nel 2023, con una media dell’8,6 per cento di share. Il gruppo è guidato in Italia da Alessandro Araimo e ha una base granitica: come tutti sanno, Warner Bros. Discovery è uno dei più importanti colossi statunitensi del settore dei media, con le mani in pasta in diversi ambiti. Tra le reti più note a livello internazionale citiamo Hbo e Cnn, ma non solo. Recentemente è arrivata la fumata bianca per l’acquisizione dei diritti televisivi per i Giochi Olimpici per le edizioni fino al 2032.
Nove è nata nel 2015 iseguito all’accordo tra il gruppo Gedi – all’epoca gruppo editoriale L’Espresso – e Discovery Italia per la cessione di Deejay TV. Operato il restyling del caso, i primi acquisit di livello come Maurizio Crozza, “scippato” a La 7. Nel corso degli anni sono stati trasmessi eventi sportivi di caratura internazionale, basti pensare all’incontro di boxe “del secolo” tra Floyd Mayweather Jr. e Manny Pacquiao o la finale di US Open di tennis tra Roberta Vinci e Flavia Pennetta. Sport ma non solo: diversi programmi si sono affermati con successo come “Little Big Italy” o “Don’t forget the lirics”.
Il primo obiettivo di Nove sarà rubare spazio a Rai 2 e Rete 4, ma i piani a lungo termine sono quelli di sfidare Rai 1 e Canale 5.
L’arrivo di Amadeus ribadisce la voglia di Discovery di lasciare il segno, sfruttando segnali di debolezza delle rivali e una disponibilità economica non indifferente.