– Lilli Gruber ha scritto un libro (un libro, non un articolo) sul porno. “La pornografia online non è una catastrofe naturale, è un fenomeno creato, sviluppato e gestito dagli uomini. Con i disastri climatici ha però in comune una caratteristica: sembra inarrestabile”. Passo e chiudo.
– Sapete quanto si stima che sia costata la difesa israeliana durante le 5 ore in cui ha dovuto abbattere centinaia di droni e missili vari? 1,1 miliardi di euro. Una cifra abnorme, per un solo maledetto giorno di attacco molto pirotecnico e poco incisivo. Pensate a quante cose molto più utili si sarebbero potute fare nel mondo con un gruzzoletto così.
– Vannacci dovrebbe presentare un libro a Medicina, vicino Bologna, il 24 aprile. Anpi e Pd sono già mobilitate per contestarlo e pare che alla fine non verrà concessa al generale la sala richiesta. Giustificazione: ci avevano parlato di “un” libro da presentare, non di “quel” libro. Il che spiega plasticamente il grado di libertà di opinione in Italia: è sancita dalla Costituzione e considerata sacrosanta, ma solo se sostiene le tesi della sinistra. Altrimenti: “Fascisti, fascisti”.
– L’elogio di Repubblica alla famiglie senza figli manca di un dettaglio. Vediamolo. Massimo rispetto per chi fa una scelta “no kids” (il 50% delle donne, secondo le statistiche, è per niente o debolmente interessata a partorire), sia chiaro, però occorre far notare che scegliere di non procreare era, è e resta una scelta principalmente “egoista”. Non voglio che cambi la mia vita per quel pupo perché “per lui il posto non c’è” tra “lavoro e viaggi”. Ma ha ragione Eugenia Roccella: mettere al mondo dei bambini ha un grande valore sociale ed economico. Qualcuno dovrà pur pagare la mia magra pensione.
– Una delle donne intervistate, Stefania, rigetta l’accusa di “egoismo”: “Perché? Non facciamo male a nessuno”. Certo. Ma per egoismo s’intende che, se tua madre avesse scelto le gite in moto anziché la gravidanza, tu oggi non saresti tra noi a goderti i viaggi con tuo marito. Se tua madre avesse pensato al “pieno controllo del suo tempo” e non alla figlia in potenza, che in questo caso si chiama Stefania, non saresti mai nata. Da qui la definizione di egoismo.
– Poi è sacrosanto: andrebbero sostenute le coppie che i figli intendono farli, e in Italia questo non accade, senza costringere chi non li vuole. Ma è pur vero che bisogna anche cercare di evitare che la percentuale di childfree si allarghi a dismisura. O sono guai seri.
– Ps: il discorso vale per gli uomini e per le donne, allo stesso modo.
– Pps: questa storia che “i figli vengono considerati un imperativo sociale” è una bufala bella e buona. Se gli italiani lo considerassero tale, non avremmo solo 300mila nati all’anno.
– Un demografo a Repubblica spiega che “i giovani non sentono la procreazione come un imperativo biologico e sociale, vogliono pensare al proprio destino liberamente”. Grazie al cavolo. Ma la domanda a cui un demografo dovrebbe dare risposta, o forse sarà compito di un sociologo, è un’altra: perché all’improvviso i giovani non vogliono più fare figli? Colpa della società, che li considera delle manette ai polsi? Colpa dell’educazione? Di questa abitudine a non saper affrontare i problemi? Se rispetto a 40 anni fa si registra questo cambiamento di approccio rispetto alla maternità e alla paternità, un motivo ci deve essere. Personalmente scommetterei sul messaggio: il bimbo viene raccontato, a tutti i livelli, come un “problema” da affrontare non come una gioia. Ecco a voi i risultati.
– Ps: siamo una società strana, eh. Chi potrebbe avere una discendenza, non ne fa per scelta. Chi per natura non può procreare, affitta uteri. Siamo convinti che la società stia progredendo?
– L’attacco dell’Iran a Israele è stato un qualcosa di enorme. Sempre meglio evitare di giocare con le bombe, non sai mai dove possono cadere e quali errori avvenire in cielo. Però, di fronte alle giuste proteste del mondo occidentale contro la “sproporzionata” reazione di Teheran, sarei curioso di sapere quale sarebbe stata la “proporzionata” risposta di Usa e Gran Bretagna nel caso in cui un missile avesse centrato la loro ambasciata uccidendo non pochi generali.
– Finalmente sembra esserci arrivata anche Elly Schlein, non che ci volesse moltissimo per capirlo. Di cosa parliamo? Conte, ha detto Elly ai fedelissimi, “cerca ogni giorno uno spazio in cui inserirsi per fare polemica con noi invece che attaccare il governo”. Ed ha ragione. Va avanti da tempo. Ma è un po’ pure colpa sua. Ossessionata dall’idea di costruire il Campo Largo contro Giorgia Meloni, non ha studiato bene il calendario e ha sottostimato le capacità di Giuseppi nelle giravolte. Conte ha capito che con le Europee in vista, stringere un accordo col Pd sarebbe stato prematuro – visto che di far cadere il governo Meloni non se ne parla prima di qualche anno-. E così, anziché tentare la carta dell’unità, ha deciso di investire sul sorpasso ai dem. Benché rivendichi di aver “sempre risposto” al presunto alleato, in realtà Elly ha subìto gli attacchi, ha smussato gli angoli, ha ingoiato tanti -troppi- rospi, dando così però spago alle sparate grilline e legittimando il temperamento dell’ex premier. Il quale, ricordiamolo, è riuscito nel non invidiabile trasformismo di passare dall’essere l’avvocato del popolo populista a “punto di riferimento dei progressisti”. Presidente nel giro di un amen di un governo con la Lega a uno col Pd. C’era poco di cui fidarsi. Ma Elly s’è intestardita e ora ne paga le conseguenze.
– Una cosa c’è, di positivo, nell’addio di Amadeus alla Rai: ora potrà fare i suoi programmi molto gender e decisamente fluid, potrà invitare Paola Egonu e far limonare Fedez con Rosa Chemical senza più far leva sui fondi del canone. Viva il libero mercato televisivo.
– Nel video di addio, Amadeus si è tolto qualche sassolino dalle scarpe. Va bene. Adesso però non si metta a frignare come Fazio e gli altri, per favore, che la cifra non lo permette.
– Oggi La Stampa pubblica un pezzo per criticare l’Iran e “la morsa del regime sulle donne senza velo”. Poi però ad Abbiategrasso, come rivelato dal Giornale, a scuola si istituisce un corso su come indossare correttamente il hijab. La cosa suona schizofrenica, non credete?
– Il paradosso è servito: l’Iran può sganciare 300 missili e droni in risposta ad un attacco mirato ai suoi generali, ma Israele non può reagire come crede dopo 7 ottobre. E chi afferma che a Gaza sono morte migliaia di persone mentre dopo l’altra sera nessuno si è fatto male, facciamo però notare che l’unico motivo per cui droni e missili non hanno fatto danni è che Usa, Gb, Giordania e Israele hanno abbatto tutti i proiettili.
In potenza, però, avrebbero fatto una strage di civili.