Quella che dovrebbe essere una struttura accogliente e sicura diventa un incubo. Un luogo di formazione e socializzazione si trasforma in un inferno tra urla, aggressioni e punizioni. È quanto accaduto a Roma, all’interno di un asilo nido del Nuovo Salario. Tutto è partito da una segnalazione fatta ai carabinieri di zona: le grida provenienti dalla struttura hanno catturato l’attenzione di una residente che passava lì vicino ogni mattina e che ha deciso di non lasciarsi abbandonare all’indifferenza. Così per due mesi, tra telecamere nascoste e cimici nelle stanze, è stato registrato quanto accaduto nell’asilo nido; proprio i filmati hanno consentito di chiudere il cerchio e fare luce sui comportamenti dell’educatrice verso i piccoli.
La maestra ha promosso punizioni che, come riferito dal Messaggero, sono state giudicate “intollerabili e incompatibili con i doveri di cura e vigilanza a lei demandati“. Sono le vicende quotidiane a tratteggiare una situazione tutt’altro che opportuna all’interno di un asilo nido. “Stai fermo, non ti muovere da lì“, le parole scandite ad alta voce nei confronti del piccolo che si agitava sul seggiolone. Cosa accadeva se il bimbo non ubbidiva? A quel punto scattava la reazione-punizione che consisteva nel relegarlo per ore in un angolo della stanza con il viso verso il muro. La maestra andava su tutte le furie se le sue indicazioni non venivano eseguite, arrivando a tirare per il braccio il piccolo e strattonandolo con tanto di insulti e parolacce. E chi si rifiutava di mangiare? Anche in quel caso arrivava puntuale la mossa: veniva imboccato a forza.
La donna, una romana di 40 anni, è indagata per maltrattamenti aggravati (considerata l’età delle vittime) ed è stata sospesa dal servizio per sei mesi. Fondamentali i gravi indizi di colpevolezza a suo carico, visto che tra le contestazioni rientrano aggressioni verbali e strattonamenti. E potrebbe non essere finita qui, dato che le indagini sono ancora aperte: gli investigatori stanno eseguendo ulteriori accertamenti nei confronti delle altre tre maestre in servizio. Dalle immagini risulta che non fossero insieme alla donna nel corso delle violenze, ma comunque la loro posizione è al vaglio perché – viene spiegato – “erano presenti nella scuola e dunque è necessario chiarire se erano a conoscenza di quanto avveniva“.
Si parla di “immagini terrificanti” che di certo non possono essere tollerate in nessun contesto, figuriamoci tra le mura di un asilo nido.
Per definire ulteriormente i contorni della situazione nei prossimi giorni dovrebbero essere ascoltati anche i genitori delle piccole vittime che non si sarebbero accorti di nulla lungo i mesi di maltrattamenti.