Dopo la grave escalation in Medio Oriente con il lancio di centinaia di droni e missili contro Israele da parte dell’Iran, il Regina Coeli di oggi in piazza San Pietro non poteva che essere dedicato all’attualità. Il Papa è tornato ancora una volta a chiedere pace. Lo ha fatto con un appello accorato ammettendo di seguire con preoccupazione quanto sta avvenendo in queste ore nei confini più caldi del pianeta.
L’appello del Papa
Francesco non ha taciuto quanto sta accadendo e ai fedeli in piazza San Pietro ha detto di seguire con “preoccupazione e dolore le notizie giunte nelle ultime ore sull’aggravamento della situazione in Israele, a causa dell’intervento da parte dell’Iran”. Dunque non ha nascosto la responsabilità iraniana nell’aggravarsi della situazione. Al tempo stesso, il Pontefice si è augurato che l’escalation possa fermarsi. “Faccio una appello – ha detto Bergoglio – affinché si fermi ogni azione che possa alimentare una spirale di violenza col rischio di trascinare il Medio Oriente in un conflitto bellico ancora più grande”. La paura è di arrivare sulla soglia di quella che più volte il Papa ha evocato come una terza guerra mondiale a pezzi, secondo un’ormai celebre sua definizione.
Il richiamo alle Nazioni
Sulle orme di Benedetto XV nel contesto drammatico della Grande Guerra, Francesco ha invocato l’impegno di tutti i Paesi del mondo affinchè si possa arrivare ad una soluzione nel conflitto israelo-palestinese. Il Papa ha chiesto che “tutte le Nazioni si schierino della parte della pace e aiutino” israeliani e palestinesi “a vivere in due Stati, fianco a fianco in sicurezza” definendolo “un loro profondo e lecito desiderio, ed è un loro diritto. Due Stati vicini“. In un momento di grande preoccupazione dopo l’attacco dell’Iran, Francesco è dunque tornato a rispolverare la proposta del “due popoli, due Stati”. Bergoglio ha continuato a ribadire quanto detto anche in occasioni precedenti: “si giunga presto a un cessate il fuoco a Gaza e si percorrano le vie del negoziato, negoziato, con determinazione. Si aiuti quella popolazione precipitata in una catastrofe umanitaria. Si liberino subito gli ostaggi rapiti mesi fa”. Parole di sostegno, dunque, sia per la popolazione di Gaza su cui ha confessato di informarsi ogni giorno chiamando al telefono la parrocchia locale sia per le famiglie degli ostaggi israeliani rapiti lo scorso 7 ottobre dai terroristi di Hamas. Di recente il Papa ne ha incontrato una delegazione in Vaticano. Francesco ha anche detto che “nessuno deve minacciare l’esistenza altrui”. Un monito che pare indirizzato all’Iran che abitualmente, nelle dichiarazioni delle sue massime autorità, sembra minacciare l’esistenza stessa dello Stato di Israele.
Regina Coeli
Nel Regina Coeli il Papa ha parlato anche della comunicazione. Lo ha fatto invitando a concentrarsi sulle notizie positive. Bergoglio ha detto che “ogni giorno siamo bombardati da mille messaggi. Parecchi sono superficiali e inutili, altri rivelano una curiosita’ indiscreta o, peggio ancora, nascono da pettegolezzi e malignita’. Sono notizie che non servono a nulla, anzi fanno male”. Al tempo stesso, però, ha osservato che “ci sono anche notizie belle, positive e costruttive, e tutti sappiamo quanto fa bene sentirsi dire cose buone, e come stiamo meglio quando cio’ accade. Ed e’ bello pure condividere le realta’ che, nel bene e nel male, hanno toccato la nostra vita, cosi’ da aiutare gli altri”. Da questa constatazione, una meditazione su Gesù. “Eppure c’e’ una cosa di cui spesso facciamo fatica a parlare. Si tratta, paradossalmente, della piu’ bella che abbiamo da raccontare: il nostro incontro con Gesu’, ha detto Bergoglio invitando ad un momenti di silenzio i fedeli per pensare ad un momento in cui il Signore ci è stato vicino. Il Pontefice argentino non ha dimenticato di far pregare “per i bambini che soffrono per la guerra, e per la pace, e non dimenticate di pregare per me”.
La richiesta con cui chiude abitualmente le sue apparizioni pubbliche.