È stato arrestato a Settimo Milanese il “maniaco dell’ascensore”, un 22enne ecuadoriano che avrebbe molestato almeno due ragazzine di 11 e 12 anni mentre rincasavano. Ma per gli inquirenti i casi potrebbero essere molti di più, visto che nelle ultime settimane è spuntata anche una terza testimonianza. Come anticipa il Corriere.it, non è escluso che possa trattarsi di un vero e proprio “predatore seriale“.
L’arresto
Sulla scorta degli elementi raccolti sinora, il gip Alessandra Di Fazio ha disposto il carcere per l’indagato. Dopo essere stato identificato, il giovane si è presentato in caserma e ha ammesso le sue responsabilità. Ha anche raccontato di essere affetto da gravi problemi psichiatrici e di “non riuscire a controllare gli impulsi” quando non assume i farmaci. Dichiarazioni che al momento non hanno trovato riscontro ma, in ogni caso, per il gip l’eventuale patologia non comprometterebbe la detenzione. Nell’ordinanza di arresto il giudice ha precisato che il 22enne “è socialmente pericoloso” e ha tratti comportamentali tipici del “predatore sessuale“.
Le aggressioni in ascensore
Le indagini sono scattate lo scorso gennaio, dopo la denuncia da parte dei familiari di una delle due minori molestate. La ragazzina ha spiegato di essere stata aggredita dallo straniero in ascensore mentre stava rincasando col cane: “Mi ha bloccato al muro ma con una gomitata allo stomaco sono riuscita a scappare“. Un racconto che la giovanissima vittima ha confermato successivamente ai magistrati, quando è stata sentita in audizione protetta. Stesso, drammatico approccio anche per l’altra bambina, scampata al peggio per un soffio.
La terza testimonianza
Nelle ultime settimane, si è aggiunta anche la testimonianza di una terza ragazzina. La minorenne ha raccontato di essere stata avvicinata dal presunto aggressore in ascensore: lui avrebbe cercato di spogliarla sollevandole il maglione, lei è riuscita a scappare e dare l’allarme ai genitori. “Ho pensato volesse farmi del male, sono scioccata“, sono state le parole della vittima.
Quanto all’indagato, ha ammesso di “non riuscire a fermarsi” travolto “dal desiderio di toccare le ragazze“.