Compleanno della Lega tra tanti mal di pancia e l’assalto di Forza Nord

Bossi contro Salvini: "Alla Lega serve un nuovo leader"

Era il 12 aprile 1984 quando a Vergiate, nel varesotto, Umberto Bossi davanti al notaio con altre cinque persone (una era la moglie Manuela Marrone) fondò la Lega Autonomista Lombarda. E «splendida quarantenne» è il sottotitolo dei festeggiamenti per il compleanno del Carroccio che partono oggi con un flash mob davanti al Pirellone – striscione, brindisi, pane e salame, attesi il governatore Attilio Fontana, il ministro Alessandra Locatelli, eletti, militanti – e proseguono domenica con la festa in piazza Podestà a Varese, sotto la prima sede storica, con Matteo Salvini, Giancarlo Giorgetti e tanti big e militanti (invitato il senatur Bossi). Terzo appuntamento clou il 20 aprile a Bergamo, «Direzione Autonomia, dal sogno alla realtà», con Fontana, Salvini, Giorgetti e il ministro Roberto Calderoli. Dopo il Senato il suo ddl per l`Autonomia differenziata dovrebbe approdare in Parlamento il 29 aprile. E quella, sottolinea il segretario regionale Fabrizio Cecchetti, «sarà la vera festa, la storia è iniziata con la Lega Autonomista lombarda e l`idea non è mai cambiata. Da 40 anni siamo ancora l`unico sindacato del territorio, a difesa del popolo lombardo». Risposta indiretta ai mal di pancia interni al partito che sono più vivi che mai.

«Uno al giorno. Sono tantissimi a lasciare. Sono stufo di ripetere: congressi, meritocrazia, linea politica, anzianità di tesseramento come valore e tornare alla Lega togliendo “Salvini premier” dal simbolo» tuona puntualmente l`ex deputato ed ex segretario della Lega Lombarda Paolo Grimoldi. Tra i firmatari – con gli ex dirigenti a Bergamo Cristian Invernizzi e Daniele Belotti, l`ex sottosegretario regionale Ugo Paroli e amministratori bresciani – di una lettera che mette nel mirino (tra l`altro) la candidatura del generale Roberto Vannacci alle Europee e l`alleanza con l`Udc di Cesa. Pure l`ex consigliere regionale e deputato Jari Colla giorni fa «con il cuore pesante» ha chiesto a Salvini «di fare qualcosa, abbiamo territori in cui viene fatta macelleria di militanti».

Il caso Vannacci agita anche gli europarlamentari uscenti che già rischiano di rimanere fuori visto che nel 2019 la Lega era al 34% e oggi i sondaggi la danno intorno all`8-9. Si aggiungono le «beghe interne», martedì in Regione è stata bocciato con voto segreto la mozione per evitare altri «casi Pioltello», la chiusura di scuole per ramadan, dispetto all`europarlamentare Silvia Sardone, in campagna elettorale e presente in aula, tra i protagonisti della protesta. E c`è chi sostiene che i «dissidenti» si peseranno con il voto disgiunto, simbolo Lega e un candidato Fi. Blinda la leadership di Salvini ma sostiene che «bisogna recuperare un po` di identità e rafforzare il partito nei territori» il capogruppo dei senatori Massimiliano Romeo che si candiderà al congresso per guidare la Lombardia.

Alle critiche il segretario Cecchetti risponde «con i fatti. Non capisco fino in fondo e non condivido certe polemiche. Sono in Lega da 30 anni e non è mai cambiata. Abbiamo 236 sindaci, 1.300 consiglieri comunali e faccio notare che il governatore Fontana è leghista e sono lombardi 5 ministri della Lega. Uno si chiama Salvini e ha riaperto 40 cantieri e destinato 12 miliardi in un anno è mezzo alla regione. Un altro è Giorgetti che sta portando il Paese ad avere una credibilità estera che l`Italia non aveva da tempo, e ha messo più soldi in tasca a lavoratori e pensionati. É la risposta a chi dice che abbiamo dimenticato il territorio». Su Vannacci, «non si condivide tutto quello che dice ma può portare un valore aggiunto, e su rispetto di identità e tradizione la pensa come noi».

Forza Italia intanto punta ai voti dei delusi con Forza Nord, comitato di ex leghisti che si presenterà il 28 aprile al Grand Hotel Villa Torretta con l`ex sindaco di Verona Flavio Tosi, i responsabili sul territorio gli ex consiglieri regionali Gianmarco Senna e Massimiliano Bastoni, l`ex senatore di origini nigeriane Toni Iwobi e i candidati in Ue Stefania Zambelli, Marco Reguzzoni, Roberto Cota, ex leghisti. «Bisogna andare in Europa per incidere e aiutare le imprese, non per far presenza, il Ppe è il partito di maggioranza e probabilmente lo sarà ancora – dice Senna – Non è un`operazione nostalgia, lunga vita a Salvini. La Lega ha una linea chiara, diversa dalla nostra. Il nostro elettorato rimasto spaesato in questi anni e ci seguirà, ma puntiamo a civici, partite Iva, artigiani. Chi cerca spazio e voce e non va più a votare». Bastoni condivide, «non è una riunione di rancorosi, guardiamo al futuro parlando a chi si riconosce ancora nel progetto federalista. Ci saranno altri ingressi dal territorio». Cecchetti ironizza: «Non mi interessa commentare, ma sono certo che la gente preferirà sempre l`originale. E qualcuno qui parla di autonomia e a Roma frena molto.

Un po` di coerenza».

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