Non sarà una giornata storta per la Borsa a far cambiare il tono di questo periodo. Un tono di euforia per il mercato delle azioni; tanto euforico da far dire che sui mercati finanziari – in particolare sui mercati azionari – la realtà sembra venire annullata. La guerra in Ucraina che continua con vigore da due anni, con sofferenze umane e danni materiali incalcolabili; in Medio Oriente il conflitto sembra ogni giorno aumentare di intensità e di orizzonte internazionale; senza parlare dei costi della transizione energetica in corso, e di una inflazione che si raffredda ma non si esaurisce. Insomma, l’economia reale dovrebbe solo mostrare segni di preoccupazione, trascinando il barometro dei mercati finanziari (azionari soprattutto) verso segnali di turbolenze. Invece no. Complessivamente gli indici azionari crescono quasi in tutti i mercati del mondo (al netto di qualche battuta di arresto, come ieri).
Da settimane i mercati azionari conoscono una sola direzione: quella del rialzo. L’indice azionario tedesco Dax sta raggiungendo un record dopo l’altro. Dal minimo raggiunto alla fine del terzo trimestre del 2022, il Dax ha guadagnato quasi il 50% in termini di euro. Anche l’indice S&P 500 è scambiato sopra i 5.100 punti, appena al di sotto dei suoi massimi. Per contro, la borsa svizzera è fuori linea, con l’SPI che è sceso sotto i 15.000 punti, ancora a circa il 10%, o 1.500 punti, dal suo massimo del gennaio 2022.
CINQUE SEGNALI DA SEGUIRE
Ecco i segnali da seguire prima di avventurarvi nel succoso mercato delle azioni (in attesa di indicare qualche ipotesi di investimento):
Segnali deboli dall’Europa. La Germania è il “malato” d’Europa, come avvenne all’inizio degli anni Ottanta. Il Paese è in lieve recessione da mesi. I prezzi elevati dell’energia, in particolare, stanno pesando sull’importante settore delle esportazioni. Ma anche l’edilizia e il settore immobiliare sono in difficoltà a causa degli elevati requisiti normativi.
Gli Stati Uniti crescono. La situazione in America è invece completamente diversa. Negli Stati Uniti l’economia è in piena espansione, gli utili aziendali sono in aumento e i tassi di inflazione sono in calo. Negli ultimi mesi l’economia statunitense ha sorpreso per lo più in positivo. Ad esempio, nell’ultimo trimestre dello scorso anno è stata registrata una forte crescita del PIL annualizzato del 3,3% rispetto al trimestre precedente.
L’India sorpassa la Cina. L’anno scorso, il subcontinente indiano è diventato il Paese più popoloso con 1,4 miliardi di abitanti, davanti alla Cina. Il ritmo di crescita si è accelerato. Dal 2015 il Paese è in testa ai Paesi del G20. A parte il 2020, il tasso di crescita è stato in media del 7-8% e l’anno scorso ha contribuito per il 16% alla crescita globale. Al contrario, la Cina – l’ex motore della crescita globale – sta perseguendo un percorso sempre più dogmatico e si sta allontanando dall’Occidente.
Tassi giù? Forse. Il diffuso calo della pressione inflazionistica ha alimentato per mesi le aspettative di una prossima riduzione dei tassi di interesse di riferimento, in particolare negli Stati Uniti. Tuttavia, i dati sulla spesa dei consumatori o sui nuovi posti di lavoro, nonché le dichiarazioni piuttosto pessimistiche dei banchieri centrali, stanno ripetutamente smorzando le speranze di una prossima riduzione dei tassi di interesse.
Il traino dei “Magnifici sette”. Gli Stati Uniti mantengono il loro ruolo dominante sui mercati globali dei capitali e lo dimostrano in modo impressionante sul mercato azionario. I “Magnifici Sette”, i maggiori titoli tecnologici – anche se solo Nvidia, Microsoft e Apple sono strettamente titoli tecnologici; gli altri quattro (Alphabet, Amazon, Meta Platforms e Tesla) concentrano il business su altri segmenti di mercato, per quanto la tecnologia abbia pur sempre una presenza rilevante nello sviluppo dell’attività aziendale.
CINQUE TITOLI DA INSEGUIRE
Suggerire i titoli su cui investire equivarrebbe ad avere una sfera di cristallo. Di cui siamo sprovvisti. Però si possono elencare cinque titoli che – un po’ più, o un po’ meno – rappresentano un ragionevole obiettivo di acquisto (non speculativo) per crescere nel tempo. Ci sono un paio dei “Magnifici” (ma non tutti) e c’è dell’altro:
1) AT&T – società ideale per gli investitori che cercano un’opzione di lungo termine stabile e affidabile. AT&T è una delle più grandi società di telecomunicazioni al mondo. Fornisce servizi di telefonia mobile e fissa, Internet e televisione via cavo a milioni di clienti.
2) Amazon – L’e-commerce continua a crescere di anno in anno, il che significa che la domanda dei servizi di Amazon è in costante aumento. Amazon detiene quasi la metà del mercato dell’e-commerce statunitense e la sua quota di mercato continua ad aumentare. Amazon non è solo un rivenditore online. Ha un business diversificato. L’azienda possiede anche il servizio di streaming musicale e video Amazon Music e Prime Video, il sistema di pagamento Amazon Pay, il servizio di consegna Amazon Prime e molti altri.
3) Nvidia – è leader mondiale nella produzione di schede grafiche e sistemi per l’elaborazione di immagini tridimensionali. L’azienda statunitense è specializzata nella realizzazione di GPU, chip progettati per l’elaborazione di calcoli matematici complessi necessari per la generazione di grafica 3D in tempo reale. I prodotti NVIDIA trovano largo impiego nel settore del gaming, ma negli ultimi anni l’azienda ha diversificato la propria offerta puntando molto sull’intelligenza artificiale e sul machine learning.
4) Mastercard – un fattore chiave per il successo di Mastercard è il vantaggio che deriva dagli effetti di rete. Più consumatori utilizzano Mastercard, più esercenti sono incentivati ad accettarla e viceversa. Questo circolo virtuoso ha alimentato il progresso di Mastercard per molti anni e comporta costi di passaggio elevati per i clienti e gli esercenti. Mastercard ha anche un flusso di entrate geograficamente diversificato, generando entrate da tutto il mondo. Il passaggio ai pagamenti elettronici senza contanti aumenta ulteriormente le prospettive di Mastercard.
5) Ferrari – Ferrari gode di un enorme potere di determinazione dei prezzi derivante dalla sua posizione di marchio di lusso premium e dalla limitatezza delle sue auto (la società limita intenzionalmente la produzione delle sue auto per mantenere la scarsità del marchio, il che significa che ci sono spesso lunghe liste d’attesa per i modelli Ferrari). Ciò consente a Ferrari di generare margini di profitto molto elevati, spesso superiori al 20%. Anche in tempi di recessione, i clienti facoltosi continueranno a comprare auto Ferrari.
Ferrari mira a una crescita dei ricavi a medio termine del 3-5% all’anno.