Innocente per la seconda volta. Perché “il fatto non costituisce reato“. La Corte d’Appello di Milano ha assolto Mario Cattaneo, l’oste 73enne di Casaletto Lodigiano (Lodi) accusato di eccesso colposo di legittima difesa. Il ristoratore era stato incriminato per aver sparato con un fucile a uno dei ladri sorpresi nel suo locale la notte del 10 marzo 2017. Dopo aver scoperto i malviventi in azione, Cattaneo aveva imbracciato l’arma da caccia e aveva premuto il grilletto, ferendo a una spalla un romeno di 32 anni, ritrovato morto la mattina dopo.
Mandato a processo per quell’episodio, il ristoratore lodigiano era stato già stato assolto in primo grado. Nonostante quel verdetto, arrivato dopo sei anni dai fatti contestati, la Corte d’Appello di Milano aveva deciso di approfondire ulteriormente le indagini, prolungando così il calvario giudiziario dell’anziano oste. Ora la sentenza di secondo grado ha confermato la decisione del Tribunale, modificando l’assoluzione (in primo grado motivata dall’insussistenza del fatto) con la formula “perché il fatto non costituisce reato“.
Nella lettura del dispositivo si fa riferimento alla legge sulla legittima difesa, battaglia da anni della Lega guidata da Matteo Salvini, e si riconosce la non punibilità per chi “costretto dalla necessità di difendere” un diritto proprio o altrui, in questo caso la propria famiglia. Per capire pienamente i motivi dell’assoluzione bisognerà attendere 90 giorni. Mario Cattaneo – aveva affermato stamani il legale del ristoratore, l’avvocato Ennio Ercoli – “non aveva alcuna intenzione di sparare, il colpo purtroppo è partito accidentalmente per colpa dell’aggressore che gli strattonava l’arma. Se avesse voluto sparare avrebbe esploso anche il secondo colpo, invece si è aggrappato al fucile per difenderlo“. L’imputato – ha continuato il difensore di Cattaneo in tribunale – “è sceso per difendere la propria famiglia, voleva far allontanare i ladri“, non voleva uccidere e per questo “va assolto“. Il pronunciamento dei giudici ha poi dato ragione alla difesa (la pg Maria Vittoria Mazza aveva chiesto diversamente chiesto la condanna a tre anni di carcere per il presunto “eccesso colposo” da parte dell’oste).
“È arrivata la fine di un incubo. Dopo sette anni siamo riusciti ad arrivare alla fine e sono contento che la giustizia, nella quale ho sempre avuto fiducia, ha fatto il suo corso“, ha commentato Cattaneo, in solidarietà del quale si erano mobilitati l’intera comunità locale e gli esponenti politici del centrodestra. “Ho sempre avuto tanta paura, però non ho mai mollato, ho sempre reagito fino ad oggi. Ho rivissuto attimo per attimo tutti quei passaggi che si sono susseguiti e ho sofferto tanto. Adesso non ho più parole perché mi sento commosso“, ha aggiunto.
A esternare soddisfazione per l’assoluzione arrivata anche in appello è stato, sul fronte politico, Matteo Salvini.
“Bene così, un abbraccio a Mario! La difesa è sempre legittima“, ha commentato sui social il leader del Carroccio, che sempre aveva sostenuto l’innocenza del ristoratore lodigiano.