Sono passate più di 24 ore dall’incidente alla centrale idroelettrica di Suviana e ancora non si trovano 4 degli operai dispersi. “La speranza è d’obbligo soprattutto per chi sta facendo le ricerche; noi abbiamo come intenzione quella di trovare persone in vita, ma oggettivamente è uno scenario che non ci rende ottimisti“, ha dichiarato Luca Cari, portavoce dei vigili del fuoco, intervenendo su Rete4. “I locali sono stati interessati prima da uno scoppio, poi da un incendio, un crollo e un allagamento quindi la situazione è veramente drammatica“, ha spiegato ancora, sottolineando che per quanto riguarda le possibilità di trovare dei sopravvissuti “siamo nel campo dei miracoli“.
In quell’inferno di acqua e macerie, i vigili del fuoco stanno cercando Paolo Casiraghi, 59 anni da compiere il 15 aprile, tecnico specializzato impiegato di norma nella sede di Sesto San Giovanni per la multinazionale svizzera Abb. Alessandro D’Andrea, 37 anni, il più giovane dei dispersi, è un impiegato della Voith, azienda tedesca che ha sede in Italia a Cinisello Balsamo. Adriano Scandellari, di 57 anni di Ponte San Nicolò, in provincia di Padova, è un impiegato di Enel Green Power. Pochi mesi fa, lo scorso dicembre, ha ricevuto dalle mani del presidente della Repubblica Sergio Mattarella la Stella del Lavoro. Vincenzo Garzillo, 68 anni, lavora per Lab Engineering ed era a Suviana come consulente, al pari del 73enne Mario Pisani, trovato morto ieri.
“Al momento sono state sospese le ispezioni interne. Ci sono degli ingegneri e dei tecnici che stanno valutando la sicurezza“, ha spiegato il Luogotenente Giovanni Cirmi, comandante dei sommozzatori della Guardia di Finanza di Rimini, da ieri sul posto. “C’è un team di tecnici di Enel e della struttura e dei vigili del fuoco che stanno facendo delle valutazioni. Prima aspettiamo le valutazioni dei tecnici e poi proseguiremo le ricerche“, ha dichiarato, sottolineando che la struttura dall’esterno è apparentemente sana. Ma ancora non si conosce la provenienza dell’acqua che sta continuando a entrare in impianto.
“I sommozzatori in acqua non riescono a vedere oltre, toccano con le mani. Chiarite le cause dell’ingresso dell’acqua cercheremo di riprendere a pieno ritmo“, ha spiegato ancora Cari. Probabilmente, ma non c’è ancora certezza, l’acqua sta arrivando “dalla conduttura che è sopra a monte e che lentamente si sta svuotando“, ha rivelato ancora Cari.
Quando ci sarà questa certezza, che escluderebbe un’infiltrazione del lago all’interno dell’impianto, “e finita quella non ci sono altri pericoli, i sommozzatori potranno lavorare in maggiore sicurezza, seppure in uno scenario difficile e complesso“.