“No al bando Maeci“. Questa volta i collettivi universitari, una cinquantina in totale, si sono riuniti nel piazzale della Farnesina per protestare per l’ennesima volta contro il bando di cooperazione scientifica con Israele del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Tra le bandiere dei giovani di Cambiare Rotta e di Potere al popolo, si è aggiunta anche una sparuta ma significativa rappresentanza di docenti e ricercatori universitari che lo scorso 29 febbraio hanno firmato la lettera aperta rivolta al ministro degli Esteri Antonio Tajani per bloccare il bando la cui scadenza è prevista per domani. Tra coloro che hanno preso la parola ci sono state anche Paola Rivetti, professoressa associata di scienza politica all’Università di Dublino, e la ricercatrice Margherita Grazioli del Gran Sasso Science Institute. Dietro lo striscione Comitato Sapienza per la Palestina si sono ritrovati anche Giovanni Ruocco, professore associato di Pensiero politico della colonizzazione e della decolonizzazione, e Laura Guazzone, professoressa associata di storia del Medioriente. Durante il presidio i manifestanti hanno preso posizioni non solo contro il governo Meloni, ma anche la linea tenuta sin qui dalla rettrice della Sapienza, Antonella Polimeni. Gli studenti hanno rivendicato i risultati ottenuti e i motivi della loro lotta che coinvolto vari atenei d’Italia, da Torino a Bari. Oggi una ventina di studenti del Comitato per la Palestina ha fatto irruzione nel corso di una seduta del Senato Accademico dell’Università di Siena prima della votazione di una mozione che chiedeva l’interruzione dei rapporti con gli atenei israeliani.
La protesta dura più di due ore con un susseguirsi continuo di interventi, ma il clima diventa più vivace quando si sparge la voce che il ministro degli Affari esteri israeliano, Israel Katz, che in questi giorni è in Italia, si è detto disponibile a incontrare gli studenti che stanno manifestando. Netta la contrarietà dei diretti interessati: “È una vergogna! È un criminale di guerra!”, gridano gli studenti.
Uno di loro ricorda persino il comunista Gian Carlo Pajetta che diceva: “Con i fascisti abbiamo finito di parlare il 25 aprile 1945!” E, parafrasando questa citazione, grida: “Noi con i fascisti abbiamo finito di parlare 75 anni fa”, accomunando quindi gli ebrei che vivono in Israele, colpevoli di “un genocidio” con i fascisti italiani che governarono l’Italia per un ventennio e fecero la Seconda Guerra Mondiale.