Benché la lunga esistenza della regina Elisabetta sia stata raccontata in decine di libri e in molti documentari, non dobbiamo commettere l’errore di pensare che non ci sia più nulla da dire, né altro da capire. I 96 anni della sovrana più popolare del nostro tempo presentano ancora delle incognite. Due di queste, in particolare, sono legate al luogo in cui Elisabetta nacque e al momento in cui ascese al trono. Il primo mistero, con il tempo e con diverse, pazienti ricerche, è stato risolto, il secondo, invece, potrebbe rimanere tale per sempre.
La casa di via Bruton Street
Di solito le biografie narrano che la regina Elisabetta nacque il 21 aprile 1926 in una dimora del XVIII° secolo, situata al 17 di Bruton Street, a Mayfair, Londra. Fin qui è tutto corretto. I “problemi”, diciamo così, arrivano dopo. La casa, infatti, non esiste più, sarebbe stata distrutta dai bombardamenti e oggi al suo posto sorgerebbe un ristorante cinese. Non è così, o meglio, non è esatto. Forse, cercando il luogo in cui venne al mondo Elisabetta II, abbiamo sempre guardato nella direzione sbagliata.
La Regina aprì gli occhi per la prima volta in una casa elegante ma senza sfarzo, non un palazzo, né un ospedale, appartenente ai nonni materni, il conte e la contessa di Strathmore. I suoi genitori, il futuro Giorgio VI (1895-1952) e la moglie Elizabeth Bowes-Lyon (1900-2002), si erano trasferiti a Bruton Street poche settimane prima della sua nascita, in attesa che fosse restaurata la loro casa al 145 di Piccadilly (Mayfair), dove si sarebbero spostati nel giugno 1927.
La dimora di Mayfair “è un ricordo del fatto che la famiglia reale non fosse ricca a quel tempo. I soldi erano un problema”, ha dichiarato lo storico Robert Lacey, citato dalla Bbc. In più Elisabetta non era destinata a salire al trono (alla nascita era terza in linea di successione, dietro allo zio, il futuro Edoardo VIII e al padre, il futuro Giorgio VI, il quale alla sua nascita era duca di York), dunque non era necessario che nascesse a Palazzo.
Quando Edoardo abdicò, nel 1936, lasciando il trono al fratello, le sorti della famiglia di Elisabetta cambiarono. Giorgio VI, la moglie e le figlie si trasferirono a Buckingham Palace. Proprio a questo punto iniziò il mistero della casa al 17 di Bruton Street. Molte biografie sostengono che fu colpita in uno dei bombardamenti avvenuti durante la Seconda Guerra Mondiale. Invece dei documenti custoditi alla British Library, citati sempre dalla Bbc, riporterebbero un’altra versione: la residenza sarebbe stata demolita nel 1937 su ordine degli imprenditori edili che avrebbero avuto intenzione di costruire nuove case in quella strada, dare un volto nuovo al quartiere e, almeno secondo il piano originario, un hotel per la Canadian Pacific Railway.
Infatti sarebbero stati distrutti anche alcuni degli edifici vicini, situati all’angolo con la Berkeley Square. La Bbc ricorda che la fase demolizione avrebbe spazzato via in un colpo solo “20 delle case con il più grande valoro storico di Londra”. Purtroppo sembra che ai costruttori non interessasse molto l’importanza storica e simbolica di quegli edifici. Il sito su cui sorgeva la casa, stando a un documento scritto a mano e datato maggio 1939, custodito al London Metropolitan Archive, venne inglobato dagli uffici della Berkeley Square House. Per un periodo, durante la Seconda Guerra Mondiale, fu anche sede del Ministero dell’Aeronautica britannica.
Un ristorante cinese?
Da dove nasce l’equivoco secondo cui nel luogo in cui venne al mondo Elisabetta II ora c’è un ristorante cinese? In realtà questo esercizio commerciale esiste, si chiama Hakkasan, si trova effettivamente al 17 di Bruton Street, ma l’indirizzo non corrisponde più al luogo in cui sorgeva la casa della Regina. I nomi delle vie e i numeri civici sono cambiati insieme all’aspetto del quartiere. La Bruton Street di oggi, insomma, non è più sovrapponibile a quella in cui nacque la sovrana.
Per la precisione una parte di quella che un tempo era la residenza della piccola Elisabetta oggi coinciderebbe con la parte laterale del sito della Berkeley Square House e la facciata dell’antica dimora si estenderebbe verso un odierno autosalone che, spiega ancora la Bbc, vende Bugatti e Bentley. Solo un’estremità dell’Hakkasan corrisponderebbe a una parte della dimora originale. Comunque i cittadini britannici hanno voluto ricordare con due targhe, fissate a uno dei margini del sito originale, il luogo in cui nacque la sovrana più popolare del mondo.
La notte in cui Elisabetta divenne Regina
Quando Giorgio VI morì, il 6 febbraio 1952, la giovane Elisabetta si trovava in Kenya con il principe Filippo, ospite del Treetops Hotel, un albergo costruito sui rami di un albero di fico, nell’Aberdare National Park. “Per la prima volta nella storia del mondo una giovane ragazza è salita su un albero un giorno come principessa e ne è scesa il giorno dopo come Regina”, disse il cacciatore Jim Corbett, riassumendo in poche parole un momento che sarebbe entrato nella Storia. Crediamo di sapere tutto di questo istante fondamentale nella vita di Elisabetta e nella storia inglese. Eppure non conosciamo un dettaglio tutt’altro che trascurabile. L’orario. Quando, esattamente, la principessa Lilibet divenne Regina d’Inghilterra?
Impossibile saperlo. Giorgio VI morì a 56 anni nel sonno, nella notte tra il 5 e il 6 febbraio 1952, dopo aver trascorso una serata tranquilla con la moglie e la principessa Margaret a Sandringham. Era malato da anni: nel 1951 gli era stato asportato un polmone a causa di un tumore, a quanto pare soffriva di aterosclerosi, ma la sua fine non sembrava imminente. Nulla lasciava presagire quel che sarebbe accaduto di lì a poche ore
Quel fatale 6 febbraio Giorgio VI sarebbe stato colpito da una trombosi coronarica. Venne ritrovato alle 7.30 del mattino seguente dal valletto venuto a svegliarlo, come ogni giorno. I medici non riuscirono a stabilire l’ora esatta del decesso. Quando Elisabetta si svegliò, quel giorno, era già Regina, ma non lo sapeva ancora. Fu Filippo a informarla della triste notizia. Il pomeriggio del 6 febbraio, a Londra, l’Accession Council decretò l’ascesa al trono di Elisabetta, la quale tornò in patria il 7 febbraio, accolta dall’allora primo ministro Winston Churchill. La sovrana regnò per i successivi 70 anni. Morì a Balmoral l’8 settembre 2022, alle 15:10, come riporta il certificato di morte. Conosciamo il momento esatto in cui il suo regno finì, ma non quello in cui iniziò.
L’orologio di Luigi XIV
Sapere il momento esatto dell’inizio di un regno non è una banalità, né una questione puramente formale. Ricorda al sovrano che il suo tempo (e quindi il suo potere) non solo ha un inizio, ma anche una fine. In un certo senso è una specie di “memento mori”. Nessuno può alterare, né cancellare l’ineluttabilità della morte. Non gli onori, non le ricchezze, non l’adulazione.
Del resto, in generale (tralasciamo le eccezioni di particolari monarchie), l’ora che segna l’inizio di un regno sottolinea anche la fine del precedente. Un Re ascende al trono perché il suo predecessore è morto in un ciclo immutabile e inarrestabile attraverso i secoli. È come se le lancette dell’orologio rammentassero al sovrano la sua natura umana e fossero un monito affinché questi non ceda alla tentazione della superbia e della tirannide (in linea teorica. La pratica è un altro discorso).
Per esempio l’orologio situato sull’avancorpo centrale della reggia di Versailles, che si affaccia sulla Corte di Marmo, è rimasto fermo all’ora della morte di Luigi XIV (1638-1715).
Un ammonimento per il bisnipote Luigi XV (1710-1774), che ereditò il potere quando aveva solo cinque anni.