Sbagliata, strana, squinternata. È lei stessa, a definirsi così. Ma cos’ha di così diverso dalle altre, Chiara Francini? «Tutto. Sono diversa dagli altri come gli altri lo sono da me. La diversità ci riguarda tutti. Tutti siamo diversi perché tutti siamo unici». Dunque, dato che ruoterà tutto attorno a lei, Forte e Chiara sarà uno show diverso dagli altri? La «straordinaria normalità» dell’attrice toscana vuol essere l’anima dello «one woman show» in diretta e lungo tre appuntamenti che, da domani in prima serata su Raiuno, proporrà il racconto «di una vita come tutte le altre. E per questo diversa. Cioè straordinaria». Prima un libro, poi uno spettacolo teatrale; ora, con la regia di Duccio Forzano e per la coproduzione di Rai e Ballandi, Forte e Chiara diventa un «viaggio» televisivo, tra aneddoti, canzoni, ricordi che hanno attraversato la vita della scatenata intrattenitrice-attrice-scrittrice: «Una vita profondamente italiana, e assieme paesana, nel senso di vissuta in provincia – sintetizza lei -. Io sono cresciuta vedendo gli show di Raiuno. Penso con orgoglio alla possibilità che oggi ho di proporre agli altri le esperienze, i ricordi, le piccole e grandi gioie, tutto quello che mi ha divertito e che mi ha fatto crescere». Assomiglia insomma a lei, Forte e Chiara, «perché dentro ci ho messo tutto di me: la mia mamma, le mie amiche, il mio gatto, l’arredamento che amo, le canzoni che canticchio…
Mi hanno lasciato di fare tutto quello che volevo. Quello che vedrete è tutta colpa mia. Spero di non deludere nessuno». Accanto a lei, ad un corpo di bal lo e ad un’orchestra dal vivo, ospiti come Luca Argentero, Laura Chiatti, Nino Frassica, Lillo, Mar co Masini; «Più tre toscanacci come me: Leonardo Pieraccioni, Giorgio Panariello, Carlo Conti.
Ospiti scelti ad hoc, non messi lì come riempitivo, ma in quanto parte di questo racconto. Poi capirete perché».
Ma la presenza più singolare sarà un’altra: il cardinale Gianfranco Ravasi, biblista e teologo fra i più noti al pubblico televisivo, che con la Francini parlerà di vita, di provincia, di donne. «Sua eminenza ha sempre avuto a cuore la posizione delle donne nella nostra società. Come ho fatto a convincerlo? Gli ho scritto una mail, lui mi ha risposto e ha definito la scaletta di argomenti proposti “perfetta”». Qualcuno chiede se, nella galoppata del racconto, ci sarà spazio anche per la politica. «Ma oggi tutto è politica; anche scendere dall’autobus», ribatte lei. Il politicamente corretto inibisce per caso la sua comicità? «Io racconto quello che fa ridere me, non ammicco al pubblico. Sono un’attrice, non una comica». E la comicità di Chiara Francini si avvantaggia del suo essere donna? «Non credo di essere più o meno divertente per il semplice fatto di essere donna. La comicità è innata. E nasce dallo spirito di osservazione. Per me conta molto di più, semmai, essere toscana. La comicità non è questione di genere.
Ma di intelligenza».