I rom gli occupano il terreno. E ora l’imprenditore rischia l’esproprio

I rom gli occupano il terreno. E ora l'imprenditore rischia l'esproprio

A sintetizzarla si fa fatica. La storia però è questa: un imprenditore agricolo possiede un grosso terreno ma un bel giorno un gruppo ristretto di rom, sgomberati da un altro campo, gli occupano alcuni capannoni e si insediano nel suo suolo. Dopo diversi anni, i nomadi si sono allargati, hanno creato una discarica, hanno sventrato ogni cosa e rubato il rubabile. Nessuno ha difeso Francesco, e adesso lo stesso Stato che non ha impedito un furto, attraverso il Comune di Giugliano gli impone di abbattere a sue spese le costruzioni abusive dei rom. Pena: l’esproprio della sua proprietà.

Chiaro? Nel servizio andato in onda a Quarta Repubblica, Francesco Micillo mostra come erano i capannoni prima dell’arrivo dei nomadi. A ottobre del 2019 con l’occupazione quel che c’era scompare. Nel 2021 l’allargamento e l’abbattimento del vigneto a cui non permettevano l’ingresso (ricordiamo: il proprietario sarebbe l’imprenditore). Poi nel 2022 si forma la discarica in un terreno un tempo fertile. Nel 2023 creano addirittura una strada (abusiva, s’intende) per permettere una migliore manovra ai camion intenti a sversare la spazzatura. “La rimessa dove tenevo i trattori era tutta blindata, ma non c’è più nulla. Si sono portati via sette porte blindate e un capannone di oltre 100 metri quadri. Non ci sono rimaste nemmeno le pietre e i gabinetti”. Da 400 “inquilini” iniziali, ormai siamo arrivati a 1300 occupanti.

Il paradosso però non finisce qui. Non solo, a fronte delle numerose denunce, “nessuno si è mosso”. Ma quando a gennaio una bambina di sette anni muore folgorata toccando dei fili elettrici, il Comune che fa? Scrive un’ordinanza che riconosce Francesco Micillo come responsabile delle strutture abusive costruite dai rom nel campo. Ad abbatterle dunque spetta a lui, a sue spese. Già, ma come? Cacciando i nomadi? Avanzando con la ruspa senza colpo ferire? Ovviamente no, non si può. Ma se “entro novanta giorni” quelle baracche non scompaiono “tutta l’area di dodici ettari”, non solo quella occupata dai rom, verrà acquisita dal patrimonio comunale. Gratis.

Francesco ha fatto ricorso e il Tar dovrà esprimersi. Ma resta un buco enorme nella legge che sa di beffa oltre il danno. Secondo il Comune di Giugliano infatti a fronte della segnalazione di abuso edilizio, l’adozione dell’ordinanza di demolizione è “un atto dovuto” e “a contenuto vincolato”. Altro non si può fare. A meno che, e questo è l’appello anche che Nicola Porro ha rivolto al governo in studio, non si cambi la legge. Ovviamente, intanto, il Fisco procede spedito: per i capannoni occupati e divelti dai rom, l’imprenditore continua a pagare l’Imu. “Io ho perso la salute in questi cinque anni: la notte faccio brutti pensieri, non dormo più bene, perché sono veramente solo.

Sono stato solo e nessuno mi ha dato una mano”.

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