Scoppia il caso “Affari&Finanza”: Repubblica censura i suoi giornalisti

Scoppia il caso "Affari&Finanza": Repubblica censura i suoi giornalisti

Per tutta la giornata dell’8 aprile la redazione di Repubblica è chiamata a votare una mozione di sfiducia verso il direttore Maurizio Molinari presentata dal comitato di redazione. Secondo il resoconto di Dagospia, che riprende l’indiscrezione diffusa dal sito Professione Reporter, la situazione di tensione in atto da tempo fra direzione e redazione è arrivata a un punto chiave. Se la mozione avrà la maggioranza dei voti, Molinari potrà naturalmente restare al suo posto, ma con un grave vulnus. Viceversa, se la mozione non passerà, Molinari sarà più saldo al suo posto, la redazione avrà rifiutato la proposta dei suoi rappresentanti sindacali, che dovranno trarne le conseguenze.

L’accelerazione è dovuta al seguente episodio: il numero dell’inserto economico Affari&Finanza già pronto per la distribuzione che avrebbe dovuto approdare nelle edicole l’8 aprile, all’ultimo è stato ritirato dalla direzione, inviato al macero, e sostituito da una nuova versione, a causa dell’articolo di copertina sugli intrecci economici tra Italia e Francia.

L’articolo, firmato da un giornalista tra i più informati su questioni finanziarie, è stato pesantemente corretto e sostituito da un articolo sullo stesso argomento, ma con toni diversi, a firma del vicedirettore per il settore economia di Repubblica. Nella versione orginale dell’articolo – circolata sul web – si parla esplicitamente della «consapevolezza raggiunta dalla premier Meloni che l’Italia e le aziende italiane sono state trattate negli ultimi vent’anni come terra di conquista» da governi e imprenditori francesi. «È perciò giunto il momento – scrive l’articolista censurato – di ribilanciare questo rapporto, piantando paletti e invocando reciprocità».

Va segnalato che nelle relazioni economiche fra Italia e Francia diversi capitoli riguardano Stellantis, la ex Fiat che Exor, la holding degli Agnelli-Elkann, ha di fatto svenduto a Peugeot e allo Stato francese. Va inoltre ricordato che a Exor fa capo il gruppo Gedi, cui fanno capo Stampa e Repubblica. Quanto a John Elkann, amministratore delegato di Exor, è pure presidente di Gedi.

Si segnala poi che il 28 marzo i cdr “superstiti” delle testate del gruppo Gedi hanno diffuso un documento critico sulla gestione editoriale, soprattutto in relazione alla cessione del settimanale l’Espresso e di tutti i quotidiani locali. Poche settimane prima, a febbraio, l’assemblea dei redattori di Repubblica ha giudicato «irricevibile» la riorganizzazione del giornale proposta da Molinari, basata sulla centralità del digitale. «A Repubblica è in atto una fuga di lettori superiore alla media di mercato».

A dicembre, i circa 400 colleghi, insieme al cdr, avevano definito il loro quotidiano «una nave che affonda».

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