La trama, ormai, l’abbiamo mandata a memoria. William Thacker è un affascinante giovane uomo reduce da un fresco divorzio, che conduce una libreria di viaggi a Notting Hill e abita con un pittoresco coinquilino, Spike. Anna Scott una star americana del cinema, in soggiorno a Londra per girare un film in costume. Gli universi dei due protagonisti, interpretati da Hugh Grant e Julia Roberts, collidono e si fondono quando sbattono fortuitamente girando un angolo, un succo d’arancia finito sulla maglia di lei, una corsa a smacchiarsi a casa di lui, che tanto sta a due passi.
L’amore che sgorga, conseguente, e poi i fraintendimenti, le difficoltà connesse alla circostanza che quella è un’icona internazionale e lui un comunissimo libraio di un quartiere londinese. Fattori che porteranno la coppia a godersela per un po’ fino a quando le differenze sfalderanno il rapporto. Ad un certo punto, nella parte conclusiva del film, Anna capisce di avere sbagliato ed entra al The Travel Bookshop senza preavviso, per chiedere a Will di perdonarla. Ma lui, avendo sofferto, dichiara risoluto: “Sono un tizio con un decente equilibrio e temo che il mio cuore non reggerebbe un altro colpo”. Proposta rispedita al mittente. Anna è delusa e gli ricorda che, in fondo, è “una semplice ragazza, che sta di fronte ad un ragazzo e gli sta chiedendo di amarla”.
Serviranno gli amici della ristretta cerchia di Will/Grant a fargli capire che è tutto suonato. Che nella vita è anche concesso sbagliare e che, se l’amore è autentico, bisogna avere la forza di andarselo a riprendere. Anna/Roberts è ancora in città, per un un’ultima conferenza legata al suo film. Poi se ne andrà. Will deve sbrigarsi se vuole dirle che sì, stavolta si è sbagliato lui, è stato decisamente un “cazzone avariato” e accetta la sua proposta. “Quanto fa la tua macchina?”, chiede al suo amico Max.
Per portare a termine la missione, infatti, serve dribblare il traffico londinese. Gli amici lo caricano e sfrecciano verso l’albergo dove si tiene la conferenza. La vettura scelta per questo compito è una comunissima Peugeot, una 406 Break: d’accordo, non si tratta di una Ferrari, ma intanto se ne sta incisa in una delle scene più epiche della commedia romantica britannica per eccellenza. A bordo ci sono comodamente sei persone – di cui una è Spike, nel bagagliaio – a testimonianza degli ampi spazi dell’abitacolo.
La casa del Leone iniziò la produzione della 406 nel 1995, alternando modelli e motorizzazioni diverse fino al 2004. L’idea di fondo era quella di creare una vettura che si distaccasse solennemente dalla spartana 405, risultando più elegante ed adatta ad una agiata classe media. I primi esemplari uscirono direttamente dallo stabilimento principale di Sochaux, al ritmo di mille e duecento al giorno. Per il progetto di lancio complessivo vennero stanziati 5,7 miliardi di franchi.
La configurazione era quella classica a tre volumi, ma risultava più lunga e più larga della vettura che l’aveva preceduta. Le linee, che manifestavano eleganza e solidità, erano state tratteggiate nel centro di La Garenne – Colombes. Dal lunotto si intravedeva la nuova cornice cromata che racchiudeva il leone rampante. La vera forza della 406 risiedeva nell’abitacolo, per la sua funzionalità, la ricchezza dei contenuti, l’ergonomomia. La strumentazione analogica di bordo era incastonata con cura e il vano porta oggetti risultava ampio.
Peugeot attribuiva grande valore anche all’aspetto della sicurezza: per questo la scocca risultava rinforzata, così da garantire un’adeguata protezione in caso di impatto. Le motorizzazioni partivano dal 1.6 8v: 1580 cm³, monoalbero e arrivavano fino al 2.1 TD: 2088 cm³ turbodiesel, monoalbero a 3 valvole per cilindro, con 109 CV di potenza massima. Nella sua versione benzina più potente poteva arrivare a toccare i 240 km/h, mentre la diesel si fermava ai 205.
Un destriero affidabile per avvicinarsi all’albergo, il Savoy, sulle note incalzanti di Gimme some lovin’.
Senza di lei Hugh Grant non l’avrebbe mai saputo che Julia Roberts, a Londra, si sarebbe trattenuta indefinitamente.