Bluff spavaldo di Putin. “Denuncio l’Ucraina per atti di terrorismo”

Bluff spavaldo di Putin. "Denuncio l'Ucraina per atti di terrorismo"

Incredibile, ma vero: la Russia intende denunciare l’Ucraina davanti a imprecisati «tribunali internazionali» per «atti di terrorismo». Il Paese che da oltre due anni sta devastando il suo vicino con tutta la potenza della sua artiglieria, che ha spianato intere città, che ha a oggi massacrato non meno di dodicimila civili ucraini inermi, sequestrato nei territori illegalmente annessi decine di migliaia di persone, tra cui molte migliaia di minorenni spesso dati in adozione a cittadini russi (motivo per cui il presidente Vladimir Putin è ricercato dal Tribunale penale internazionale e non può quindi recarsi pena l’arresto nella gran maggioranza dei Paesi del mondo), distrutto intenzionalmente anche in questi giorni le sue infrastrutture energetiche costringendo milioni di persone al buio e al freddo: questo Paese denuncia per terrorismo la vittima del suo terrorismo di Stato.

La portavoce del ministero russo degli Esteri Maria Zakharova informa che Mosca ha consegnato – attraverso la vassalla Bielorussia – una sua nota in tema di anti terrorismo «nell’ambito della Convenzione internazionale per la repressione degli attentati terroristici (Icbt) e per la repressione del finanziamento del terrorismo (Icft), richieste per l’arresto immediato e l’estradizione di tutte le persone a suo avviso coinvolte in attacchi terroristici su territorio russo». Tra costoro spicca Vasili Malyuk, capo del Servizio di sicurezza ucraino Sbu, in quanto responsabile del bombardamento dell’ottobre 2022 del ponte che unisce la Russia alla Crimea occupata. L’Ucraina è inoltre sotto accusa per l’omicidio dell’attivista ultranazionalista russa Darya Dugina (figlia dell’ideologo putiniano Aleksandr Dugin che era probabilmente il vero obiettivo dell’attentato di due anni fa).

«Non stiamo ancora parlando del Crocus City Hall – ha detto la Zakharova riferendosi alla strage nella sala concerti vicino a Mosca compiuta lo scorso 22 marzo dall’Isis, ma che Putin attribuisce a Kiev senza alcuna prova se non storie assurde su chip nel cervello degli attentatori tagichi arrestati – perché sono necessari materiali che le forze dell’ordine devono ancora raccogliere e fornire»: a conferma che in realtà Putin non ha in mano nulla di concreto a riguardo.

Prosegue intanto la manovra del Cremlino per screditare la leadership politica «neonazista» ucraina. Il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, ha ricordato che il 20 maggio scadrà il mandato presidenziale di Volodymyr Zelensky e lasciato intendere che dopo quella data Mosca potrebbe non riconoscerne più la legittimità in base a un caposaldo della propaganda putiniana: in Russia si vota, in Ucraina no (peccato che le elezioni russe siano truccate, mentre quelle ucraine non si tengono solo a causa della legge marziale imposta dopo l’invasione russa).

Tutto questo mentre si apprende che candidata unica alla presidenza della Corte Suprema russa sarà la ex vice Irina Podnosova. Principale qualifica della signora, definita dal quotidiano Kommersant «molto influente, poiché tutti capiscono chi c’è dietro di lei»: ha studiato Legge insieme con Vladimir Putin.

Facile capire perché nessuno abbia ritenuto opportuno sfidarla.

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