Raid in Siria e Libano: cosa cambia nella strategia di Israele

"Attacco imminente dell'Iran". Usa e Israele in massima allerta

Nella tarda serata di ieri la televisione ufficiale siriana, citando funzionari locali, riportava la notizia secondo cui le forze israeliane avrebbero effettuato un attacco ad Al Dimass, in Siria. Attacchi aerei hanno, infatti, preso di mira diversi siti nei pressi di Damasco, ferendo due civili. A dichiararlo il ministero della Difesa siriano, secondo cui “Il nemico israeliano ha lanciato attacchi aerei dal Golan siriano occupato contro siti vicino a Damasco, ferendo due civili“, senza fornire ulteriori dettagli.

L’obiettivo delle forze israeliane è ora quello di estendere l’offensiva a nord, intensificando gli attacchi contro Hezbollah. Secondo il ministro della difesa israeliana Yoav Gallant, infatti, le operazioni di Israele si stanno trasformando da difensive a sempre più offensive, cercando di estendere il più possibile il raggio di ricerca dei miliziani filo-iraniani. In Libano, Beirut, Balbeek, Tiro e Sidone, come tutta la lunghezza del confine, restano nel raggio di operatività dell’Idf, ma l’obiettivo è quello di andare ben più lontano: a Damasco, per esempio, come testimoniano i raid di queste ore.

L’intensificarsi degli attacchi in Siria nell’ultima settimana

In precedenza, i media statali avevano riferito che i sistemi di difesa aerea avevano intercettato obiettivi nemici nella regione di Damasco. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani (OSDH), “almeno quattro missili israeliani hanno colpito la regione di Jamraya sede di un centro di ricerca scientifica, provocando un incendio”. Gli attacchi contro postazioni siriane si sono intensificati negli ultimi giorni. Venerdì, 38 soldati siriani, sette membri di Hezbollah e sette membri siriani di gruppi filo-iraniani sono stati uccisi in attacchi attribuiti a Israele ad Aleppo, nel nord della Siria, secondo l’OSDH, che dispone di una vasta rete da fonti in Siria in guerra. Secondo la Ong, l’attacco aveva preso di mira “un deposito missilistico appartenente a Hezbollah” vicino all’aeroporto di Aleppo. Martedì, invece, secondo l’Osservatorio, attacchi attribuiti a Israele hanno ucciso 16 combattenti filo-iraniani.

L’attacco al complesso dell’ambasciata iraniana a Damasco

Oggi, invece, aerei da guerra israeliani avrebbero lanciato attacchi sul comune di Mezzeh, sempre nell’area di Damasco. A riportare la notizia la radio filogovernativa siriana Sham Fm, citata da The Times of Israel. L’obiettivo dei raid sarebbe stato un edificio adiacente all’ambasciata iraniana. Più tardi, sarebbe giunta la conferma secondo cui apparterrebbe all‘ambasciata iraniana l’edificio colpito.

Tra le vittime, ci sarebbe Mohammadreza Zahedi, uno dei comandanti della Forza Quds del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie iraniane in Siria e Libano. Lo riporta Al Arabiya su X citando i media iraniani. L’ambasciatore iraniano in Siria e la sua famiglia non sarebbero, invece, fra le sei vittime dell’attacco. L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha riferito che oltre al generale di brigata iraniano sono stati uccisi due consiglieri iraniani e cinque membri dei pasdaran. Hossein Akbari, ambasciatore iraniano in Siria, è uscito illeso dall’attacco. Una fonte militare anonima ha detto all’agenzia di stampa ufficiale siriana Sana che l’attacco del “nemico israeliano” all’edificio del consolato iraniano a Damasco “ha completamente distrutto l’edificio e ha colpito tutti all’interno“, causando “morti e feriti” all’interno del consolato, senza fornire ulteriori dettagli. L’ambasciatore iraniano in Siria ha assicurato che Teheran risponderà “duramente” a Israele per l’attacco. “Il regime sionista (Israele) sta agendo contro il diritto internazionale, quindi riceverà una dura risposta da parte nostra“, ha detto Akbari alla televisione di stato iraniana, in collegamento da Damasco. Il diplomatico ha assistito dalla finestra dell’ambasciata iraniana all’attacco, che ha detto essere stato effettuato con caccia F-35. Il ministro degli Affari Esteri siriano Faisal Mekdad, durante una conversazione telefonica con il suo omologo iraniano Hossein Amirabdollahian, ha espresso “la sua più forte condanna“. E poi ha aggiunto: “Israele non sarà in grado di influenzare i rapporti tra Iran e Siria“.

I raid in Libano

Anche il Libano, in queste ore, è oggetto di attacchi israeliani. Le forze di difesa israeliane hanno attaccato diversi obiettivi e in particolare un edificio dove secondo Tsahal erano depositate armi e una struttura militare di Hezbollah nella regione di Hanin, nel sud. Lo rende noto l’Idf su Telegram. Altri obiettivi presi di mira dall’esercito israeliano si trovano nelle aree di Jebel Hammis e Aita al-Shàab, sempre nel sud. Inoltre, nelle ultime ore, sono stati individuati alcuni lanci che hanno attraversato il territorio libanese fino alle zone del monte Dov e Menara. Le forze dell’Idf hanno risposto. Nelle ultime ore, i caccia dell’Idf hanno colpito anche le postazioni di lancio di Hezbollah nella zona di Markaba e un posto di osservazione di Hezbollah nella zona di Kfarkela. Lo riferiscono le forze di difesa israeliane su Telegram dopo che, all’inizio della giornata, sono stati individuati numerosi lanci che dal Libano meridionale hanno attraversato le aree di Har Dov e Arab al-Aramshe, nel nord di Israele.

Nella giornata di ieri, invece, le forze israeliane hanno colpito l’alto funzionario di Hezbollah, Ismail al-Zin, in un attacco con un drone nel sud del Paese. Secondo il media saudita Al-Hadath, al-Zin era responsabile delle comunicazioni e delle operazioni informatiche dell’organizzazione.

L’uomo si trovava all’interno di un veicolo nel comune di Kunin.

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