Turchia, l’opposizione vince le amministrative a Istanbul e Ankara: battuto Erdogan

Turchia, l'opposizione vince le amministrative a Istanbul e Ankara: battuto Erdogan

Se da queste amministrative si può scorgere un segnale per il futuro della Turchia, Recep Erdogan (forse) deve cominciare a preoccuparsi. Per il presidente turco, infatti, questa domenica avrebbe segnato l’inizio di “una nuova era” in Turchia. “Non siamo riusciti a ottenere il risultato che volevamo alle elezioni locali. C’è del buono in tutto ciò che accade. Il popolo ha preso la sua decisione. La nostra commissione elettorale suprema annuncerà i risultati. Esamineremo le conseguenze di questa flessione“, ha dichiarato il presidente turco ammettendo la sconfitta. “Abbiamo completato le elezioni in un modo che si addice alla nostra democrazia. La nazione ha detto la sua attraverso le urne“, ha aggiunto.

61 milioni di Turchi al voto

Alle ore 16.00 si sono chiuse le urne nelle 32 province orientali della Turchia e un’ora dopo nelle restanti 49 province occidentali. In alcune province dell’est i seggi sono stati chiusi un’ora prima, dopo essere stati aperti un’ora in anticipo rispetto all’ovest del Paese, come deciso all’Authority per le elezioni, in considerazione delle ore di luce in un Paese vasto come la Turchia. Le operazioni relative a spoglio e conteggio sono invece iniziate immediatamente.

Al voto per le elezioni locali circa 61 milioni di Turchi, tra cui più di un milione al loro primo voto, che dovevano esprimersi per rinnovare tutti i comuni metropolitani, i sindaci di città e distretto, nonché le amministrazioni di quartiere. Un dato immeditamente certo è stata l’alta affluenza alle urne: il dato è stato annunciato dopo che il presidente della Commissione elettorale Ahmet Yener ha decretato la chiusura dei seggi incontrando i giornalisti ad Ankara.

Un dato costante, per tradizione, in Turchia, ma che questa incontra raccoglie le doléances del popolo legate al costo della vita. Secondo gli osservatori, i sostenitori dell’opposizione delusi avrebbero optato per restare a casa, mettendo in dubbio il fatto che le elezioni potessero cambiare le cose. Gli ultras di Erdogan, invece, avrebbero potuto scegliere di non recarsi alle urne per protestare contro la crisi economica che ha lasciato molti in difficoltà nel pagare cibo, utenze e affitti. Avranno tuttavia un ruolo chiave anche i voti dagli elettori curdi e islamisti che valuteranno i risultati del governo e le loro speranze di cambiamento politico.

Il Chp in testa a Istanbul e Ankara

Il risultato più importante sono le due città simbolo del Paese: secondo i dati provvisori, il principale partito di opposizione turco sembra destinato a mantenere il controllo su alcune città chiave. Un pessimo segnale per il presidente Erdogan, che aveva puntato a riprendere il controllo di queste aree urbane. Con circa il 20% dei voti scrutinati, il sindaco in carica Ekrem Imamoglu, del Partito Popolare Repubblicano (Chp), ha vinto a Istanbul, la più grande città e centro simbolico della Turchia. “Abbiamo vinto noi e da domani la Turchia sarà un Paese nuovo”. Sono le parole pronunciate da un trionfante Imamoglu, che ha bissato il successo di 5 anni fa. Imamoglu ha parlato dalla sede del partito, dove in migliaia si sono radunati per sventolare la bandiera della Turchia. Ma se nel 2019 la vittoria fu di pochi voti e, dopo una serie di ricorsi, fu decretata una contestatissima ripetizione in cui Imamoglu ebbe la meglio in maniera netta, questa volta il risultato non è mai stato in discussione. A differenza di 5 anni, il Chp si porta a casa anche la maggior parte dei distretti della metropoli sul Bosforo.

Anche Mansur Yavas, sindaco della capitale Ankara, sembra destinato a mantenere il suo seggio con una comoda maggioranza, secondo i risultati. Secondo i risultati preliminari riportati da TRT, il Chp sembra essere in testa in 35 delle 81 province turche. Il suo sfidante, Turgut Altinok, candidato dell’Akp e sindaco del distretto di Kecioren ad Ankara, non è riuscito a suscitare entusiasmo tra i sostenitori. Nel sud-est della Turchia, a maggioranza curda, il partito Dem dovrebbe conquistare molti comuni, ma non è chiaro se gli sarà permesso di mantenerli. In passato il governo di Erdogan aveva rimosso dall’incarico i sindaci filo-curdi eletti per presunti legami con i militanti del Pkk e li aveva sostituiti con amministratori nominati dallo stato.

I cittadini ci hanno mostrato fiducia“, dichiara ottimista Imamoglu, l’uomo che 5 anni fa ha strappato la metropoli sul Bosforo al partito Akp del presidente Erdogan. Con lo spoglio dei voti ormai al 33% Imamoglu ha ottenuto il 49.7%, che gli valgono quasi 8 punti di vantaggio sul candidato di Erdogan, Murat Kurum. “Stiamo seguendo con attenzione lo spoglio e al momento ci sono dati positivi. E’ evidente che i cittadini ci hanno mostrato fiducia. Abbiamo una squadra forte e un sistema che ci permette di seguire il flusso di dati“, ha detto Imamoglu dalla sede del partito.

Le altre province

Il Chp ha sempre vinto nella roccaforte di Smirne, terza città del Paese e il successo di questa tornata non costituisce una sorpresa, così come la conferma del Chp in altre grandi città come Adana e Mersin, al contrario della vittoria a Bursa, altro grande centro industriale del Paese dove l’Akp di Erdogan ha sempre vinto nelle ultime elezioni. Al sultano restano i centri principali della costa del Mar Nero e buona parte dell’Anatolia centrale, dove comunque il Chp ha strappato alcune province all’Akp e il partito nazionalista di opposizione Iyi si è imposto a Nevsehir.

Altre sorprese in Anatolia sono arrivate dagli ultranazionalisti della Grande Unione, Buyuk Birlik, che con un partito che non arriva al 2% conquistano un centro importante come Sivas, mentre il partito religioso Refah priva l’Akp della provincia di Yozgat. Erdogan perde anche Adiyaman e Kilisi dove si afferma il Chp e Urfa. Nel sud est a maggioranza curda vince quasi dappertutto il partito Dem, sigla che ha sostituito il partito Hdp, ma l’Akp di Erdogan conquista la provincia di Sirnak. Nel nord ovest, altra zona a forte presenza curda, i Dem perdono la città di Kars, dove si sono spaccati e la cedono ai nazionalisti del Mhp, alleati di Erdogan che trionfano anche a Erzincan. Il Chp vince in quattro province e a Tunceli, cinque anni fa conquistata dal partito comunista, vincono i Dem.

Il nervosismo di Erdogan

Alla notizia del sorpasso nei centri chiave, Erdogan ha invitato i suoi fedelissimi a controllare che il voto sia al sicuro. “Alle 17 si sono concluse le votazioni in tutto il Paese. Adesso è il momento di proteggere le urne e i voti. Fino allo spoglio dell’ultimo voto e alla definizione dei risultati, chiedo gentilmente a tutti i miei fratelli e sorelle di non abbandonare le urne elettorali a loro assegnate e di sostenere fino alla fine la volontà della Nazione“: lo scrive proprio il presidente turco in persona.

Un altro dettaglio potenzia la quasi assodata vittoria di Imamoglu a Istanbul: il possibile futuro sfidante di Erdogan si è candidato senza il sostegno di alcuni dei partiti che ne hanno permesso la vittoria del 2019. Sia il Partito filo-curdo per l’uguaglianza e la democrazia popolare che il partito nazionalista IYI hanno infatti schierato i propri candidati nella corsa: un aspetto che avrebbe potuto sottrarre voti a Imamoglu. Anche su questi numeri e dettagli Erdogan e l’Akp dovranno ragionare per comprendere dove sta andando il voto dei Turchi, soprattutto dei nuovi elettori.

Tuttavia, il presidente aveva già messo le mani avanti nell’ottica di un possibile fallimento: “Due elezioni di seguito in così poco tempo hanno stancato la nostra nazione.

Capisco che siate stanchi“, aveva dichiarato Erdogan riferendosi alle ultime presidenziali che lo avevano confermato ancora una volta sultano di Turchia.

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