Non accennano a scemare le tensioni nei cieli del Baltico nel contesto della guerra in Ucraina. Anche la Polonia, infatti, tenta di destreggiarsi in via preventiva con l’intensificarsi degli attacchi russi sull’Ucraina.
Varsavia interviene per proteggere i suoi cieli
Le forze armate polacche, infatti, hanno reso noto di aver dispiegato le proprie difese aeree a causa degli attacchi russi in Ucraina e di aver eseguito “procedure per garantire la sicurezza dello spazio aereo polacco“. In seguito alla riduzione del livello di minaccia di attacchi missilistici da parte dell’aviazione russa sul territorio dell’Ucraina, le operazioni di aviazione nello spazio aereo polacco sono poi state terminate e le forze e le risorse dispiegate sono tornate alle attività operative standard. Anche per questo, le forze aeree polacche hanno comunicato alla popolazione via X che, a causa dell’operatività della missione sui cieli polacchi, i cittadini avrebbero potuto registrare un aumento della rumorosità nei cieli, soprattutto nell’area sud-orientale del Paese.
Quella appena trascorsa è stata un’altra intensa notte di attacchi russi sul territorio ucraino all’interno di una settimana durissima per la resistenza di Kiev: le truppe russe hanno effettuato 58 attacchi contro obiettivi ucraini in una settimana, anche con missili ipersonici Zircon, come testimoniato dal rapporto settimanale del ministero della Difesa russo diffuso da Ria Novosti. “Nel corso di una settimana, le truppe russe hanno effettuato un massiccio attacco e 57 attacchi di gruppo con armi terrestri, marittime e aeree ad alta precisione e a lungo raggio, tra cui missili ipersonici Zircon e missili aeroballistici Kinzhal, nonché missili senza pilota. veicoli aerei contro le strutture militari ucraine e le infrastrutture che le supportano“, ha riferito il Ministero della Difesa russo.
Una notte di attacchi aggravata dalla notizia che Vladimir Putin ha firmato il decreto sulla coscrizione primaverile dei cittadini russi per il servizio militare nel periodo dal 1 aprile al 15 luglio: 150mila persone saranno chiamate alle armi dal decreto, che estende l’età fino ai 30 anni. Secondo le nuove regole, saranno soggetti alla coscrizione obbligatoria i cittadini di età compresa tra i 18 e i 30 anni. Il decreto prevede inoltre una moratoria sul servizio per i cittadini che lavorano nelle aziende informatiche; e stabilisce la liberazione dei soldati, dei marinai, dei sergenti e dei caporali che hanno già terminato il loro servizio. Le nuove reclute, tuttavia, non parteciperanno alla guerra con l’Ucraina nè saranno inviate nelle regioni annesse nel 2022.
L’allarme di due giorni fa
Le operazioni sui cieli polacchi fanno seguito a quanto accaduto due giorni fa, quando in 24 ore l’allarme di decollo immediato per i velivoli Eurofighter della Task Force Air 4th Wing, rischierata sulla base polacca di Malbork, era suonato due volte. L’attivazione era stata richiesta per intercettare nelle mattinate del 28 e 29 marzo un velivolo non identificato, in volo sulle acque internazionali del Mar Baltico. A seguito di ciò, il Centro di Comando e Controllo delle Operazioni della Nato con sede ad Uedem (Germania) aveva lanciato l’allarme. Gli aerei dell’Aeronautica Militare italiana appartenenti alla Tfa – che opera nell’ambito della missione Nato di Enhanced Air Policing – hanno proceduto a intercettare e identificare il velivolo, per poi rientrare presso la base di Malbork.
Il contingente italiano, posto sotto la diretta dipendenza nazionale del Comando Operativo di Vertice Interforze (Covi), è composto da donne e uomini dell’Aeronautica Militare provenienti dai Gruppi di Volo e da personale tecnico e logistico, schierati presso l’aeroporto Krolewo di Malbork, che operano al fianco della Polish Air Force a protezione del fianco nord-est dell’Alleanza Atlantica. Soltanto in seguito si è appreso che i due velivoli intercettati erano aerei da ricognizione russi.
Gli avvertimenti del premier polacco
“La guerra in Europa, per la prima volta dal 1945, è un fatto “reale”: stiamo scivolando in una fase “prebellica” con la Russia“. Sono le parole che il premier polacco, Donald Tusk, nella sua prima intervista con media internazionali, ha utilizzato per descrivere la situazione attuale. “Non voglio spaventare nessuno, ma la guerra non è più un concetto del passato. E’ reale, è già iniziata più di due anni fa. La cosa più preoccupante è che ogni scenario è possibile. E’ la prima volta dal 1945 che ci troviamo in una situazione del genere. So che sembra devastante, soprattutto per i più giovani, ma dobbiamo abituarci mentalmente all’arrivo di una nuova era. E’ l’era prebellica. Non sto esagerando. Sta diventando ogni giorno più evidente“, ha detto Tusk, sottolineando la necessità di prontezza per l’Europa, che avrebbe “molta strada da fare” in termini di Sicurezza e Difesa.
La Polonia, come gli altri Stati europei del fianco est, resta fra i più sensibili all’atteggiamento assertivo di Mosca: i ricordi dell’occupazione sovietica si fanno ancora sentire in un Paese che ha vissuto ogni tipo di violenza politica nel corso dei secoli fino agli anni Ottanta. Non a caso, il Paese investirà nel 2024 il 4% del suo Pil nella Difesa come misura di deterrenza. Tusk, nella sua <a href="https://www.repubblica.
it/esteri/2024/03/29/news/tusk_pericolo_terza_guerra_mondiale-422389641/” data-ga4-click-event-target=”external” target=”_blank” rel=”noopener”>intervista a Repubblica di due giorni fa ha ribadito come non ci sia motivo per cui gli europei non debbano rispettare un principio fondamentale e spendere almeno il 2% del Pil per la Difesa, ormai da considerare un “unmust“, anche discutendo di Eurobond per la difesa e di un maggiore coinvolgimento della Bei.