No alle armi, Gaza, i bimbi mai nati. La Pasqua del Papa: “Difendiamo la vita”

No alle armi, Gaza, i bimbi mai nati. La Pasqua del Papa: "Difendiamo la vita"

Francesco c’è. Il Papa ha presieduto sul sagrato della Basilica di San Pietro la messa del giorno nella Pasqua di Risurrezione. La celebrazione è iniziata con il rito del Resurrexit. La presenza in piazza arriva poche ore dopo la Veglia pasquale da lui presieduta e per la quale si era preservato rinunciando a presenziare alla tradizionale Via Crucis al Colosseo.

Per la celebrazione di oggi in piazza San Pietro si attendevano circa 50 mila fedeli grazie al consistente afflusso di turisti a Roma in questi giorni di festa. All’altare per la liturgia eucaristica il cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio, affiancato dal vice decano Leonardo Sandri e da Mauro Piacenza, penitenziere maggiore. Francesco ha pronunciato la benedizione finale. La messa si è conclusa con la recita della preghiera del Regina Coeli. Poi il Papa ha salutato la folla a bordo della sua papamobile fino a via della Conciliazione, accolto da grida di “viva il Papa”.

Le parole del Papa

Dopo la messa, Francesco si è affacciato dalla loggia centrale della Basilica di San Pietro per impartire la benedizione Urbi et Orbi. Dalla loggia dove si presentò al mondo nel 2013 con un “buonasera”, il Papa ha letto, tra qualche colpo di tosse ma con voce più forte dei giorni scorsi, un messaggio pasquale dedicando un passaggio alle diverse regioni del pianeta attraversate dai conflitti.

Il suo primo pensiero per la Pasqua è andato alle tragedie che sono al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica: la questione israelo-palestinese e la guerra in Ucraina. Ha detto Bergoglio: “Il mio pensiero va soprattutto alle vittime dei tanti conflitti che sono in corso nel mondo, a cominciare da quelli in Israele e Palestina, e in Ucraina. Cristo Risorto apra una via di pace per le martoriate popolazioni di quelle regioni”. Da qui il rispetto “al rispetto dei principi del diritto internazionale, auspico uno scambio generale di tutti i prigionieri tra Russia e Ucraina: tutti per tutti”. Francesco, che ha rivelato di chiamare ogni giorno la parrocchia di Gaza, ha fatto “nuovamente appello a che sia garantita la possibilità di accesso agli aiuti umanitari a Gaza, esortando nuovamente a un pronto rilascio degli ostaggi rapiti il 7 ottobre scorso e a un immediato cessate-il-fuoco nella Striscia”. Parole accolte dagli applausi.

Contro le armi

Il Pontefice ha ancora una volta insistito sulla situazione di Gaza, dicendo: “non permettiamo che le ostilità in atto continuino ad avere gravi ripercussioni sulla popolazione civile, ormai stremata, e soprattutto sui bambini. Quanta sofferenza vediamo negli occhi dei bambini. Hanno dimenticato di sorridere in quelle terre di guerra. Con il loro sguardo ci chiedono: perché? Perché tanta morte? Perché tanta distruzione? La guerra è sempre un’assurdità e una sconfitta”. Poi, con un riferimento indiretto all’aggravarsi della situazione geopolitica con la Russia, Francesco ha chiesto di non lasciare che “venti di guerra sempre più forti spirino sull’Europa e sul Mediterraneo. Non si ceda alla logica delle armi e del riarmo. La pace non si costruisce mai con le armi, ma tendendo le mani e aprendo i cuori”.

Francesco ha citato poi la Siria e il Libano e la regione dei Balcani Occidentali dove, ha detto, “si stanno compiendo passi significativi verso l’integrazione nel progetto europeo” auspicando che “le differenze etniche, culturali e confessionali non siano causa di divisione, ma diventino fonte di ricchezza per tutta l’Europa e per il mondo intero”. Tra gli altri scenari di guerra evocati, le tensioni tra Armenia e Azerbaigian per le quali ha incoraggiato il dialogo sotto l’ombrello della comunità internazionale. Inoltre, ha menzionato la situazione dei Rohingya in Myanmar. Bergoglio ha invicato il Risorto affinché “faccia risplendere la sua luce sui migranti e su coloro che stanno attraversando un periodo di difficoltà economica, offrendo loro conforto e speranza nel momento del bisogno”.

Ma si è scagliato anche contro la tratta di esseri umani ed ha ricordato il valore della vita, lamentandosi del fatto che “è tanto spesso disprezzato il prezioso dono della vita e facendo l’esempio di “quanti bambini non possono nemmeno vedere la luce? Quanti muoiono di fame o sono privi di cure essenziali o sono vittime di abusi e violenze? Quante vite sono fatte oggetto di mercimonio per il crescente commercio di essere umani?”.

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