Il diavolo di Leao

Il diavolo di Leao

In una sola serata, il Milan di Pioli sistema una serie di conti in sospeso. Si riprende il successo a Firenze al cospetto di Italiano, una sorta di rivale scomodo, blinda il secondo posto andando 6 punti davanti alla Juve, dimentica l’assenza di Theo Hernandez e lucida soprattutto il talento di Mike Maignan, il portiere diventato uno dei protagonisti nella serata dopo gli errori vistosi nel primo tempo e i due squilli di tromba in avvio di ripresa firmati da Loftus Cheek e Leao. Non solo. Per Stefano Pioli, il tecnico, suonano come musica le parole spese dal presidente Paolo Scaroni prima dell’inizio: «Ho sempre detto che Pioli resta anche l’anno prossimo». Gli fa eco, tra l’altro, dall’altra parte del mondo Gerry Cardinale che ripete in materia di necessità di costruire lo stadio nuovo un vecchio concetto. «Senza il nuovo stadio non potremo competere con i club più importanti d’Europa».

Struggente è il ricordo di Joe Barone tra striscioni in curva Fiesole, un filmato e le rose bianche deposte da Scaroni sulla sua poltroncina in tribuna. È la premessa a una sfida che promette scintille senza mai provocare un vero e proprio incendio. Tante occasioni, ben disegnate, zero precisione in zona gol perché il Milan, nell’occasione, sembra particolarmente portato agli sprechi. Basta conteggiare i suoi 6 tiri in porta nei primi 45 minuti con zero profitto tra le parate di Terracciano e qualche vistoso errore di mira di Leao e Giroud per comprendere al volo l’occasione persa dal Milan. La Fiorentina, per caratteristiche, lascia qualche spazio alle spalle e soffre la vivacità di Chukwueze, preferito in partenza allo stanco Pulisic, autore tra l’altro di uno, due, tre percussioni che mettono a dura prova la resistenza viola. Prima di impegnare Maignan nell’unica parata della prima frazione, decisiva, Belotti si segnala per l’intuito del difensore di razza nel deviare sulla linea di porta il colpo di testa di Chukwueze destinato in rete.

I gol maturano nella seconda frazione, questa volta col contributo di un paio di errori delle rispettive difese. Comincia il Milan a segno con Loftus Cheek agevolato dallo scivolone di Mlinkovic dopo tacco smarcante di Leao, rimedia Duncan dal limite dell’area dopo errore di Reijnders che gli spalanca la strada, subito dopo provvede Leao in volata solitaria saltando un paio di birilli, Terracciano compreso, a rimettere il Milan davanti. Il tutto concentrato in 8 minuti da ricordare. L’uscita di Leao infonde il necessario coraggio alla viola che approfitta anche della barriera di carta velina milanista dove il cambio all’intervallo tra Thiaw e Gabbia non produce alcun effetto benefico. Dinanzi alle stoccate di Belotti prima e poi di Mandragora deve rispolverare un paio delle sue note prodezze il portiere Maignan.

Italiano schiera tutta la sua artiglieria nel finale, compresi Nico Gonzales, Nzola, Sottil e Barak: il premio non arriva a dispetto di un assalto confuso, disordinato.

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