Strike sulle basi, attacco agli F-16 e bluff di Putin: cosa può succedere ai confini Nato

Strike sulle basi, attacco agli F-16 e bluff di Putin: cosa può succedere ai confini Nato

Durante una recente visita presso una base aerea nella regione di Tver, il presidente Vladimir Putin ha affermato che gli allarmi di un possibile attacco russo alla Nato sono una “pura sciocchezza”, ma ma ha avvertito che qualsiasi base aerea occidentale che ospiti cacciabombardieri F-16 destinati a essere consegnati all’Ucraina sarebbe essere un “bersaglio legittimo” per le forze del Cremlino.

Nella stessa occasione, il presidente della Federazione russa ha ricordato che gli F-16 “sono in grado di trasportare armi nucleari e dovremo tenerne conto anche quando organizzeremo le nostre operazioni di combattimento”, sottolineando però che i cacciabombardieri non saranno in grado di cambiare le sorti del conflitto perché “distruggeremo i loro aerei da guerra così come distruggiamo i loro carri armati, veicoli corazzati e altro equipaggiamento, compresi i lanciarazzi multipli”.

In effetti si ritiene anche in Occidente che poche decine di F-16 (si parla di 42 esemplari da consegnare in un lasso di tempo che va dal 2024 a tutto il 2025) non saranno un game changer nello scenario bellico ucraino, nonostante i caccia potranno essere utilizzati per rafforzare la capacità di Kiev di colpire obiettivi russi con attacchi missilistici a lungo raggio e con l’utilizzo di bombe guidate come le Jdam.

L’addestramento dei piloti e il bluff di Putin

Contestare il controllo dello spazio aereo ai russi al di sopra dei vari obiettivi, come ad esempio quelli nella penisola di Crimea, sarà molto difficile – ai limiti dell’impossibile – e dipenderà anche dalle abilità dei piloti.

Proprio parlando di piloti ucraini, lo scorso 22 marzo è stato reso noto che i primi hanno completato l’addestramento iniziale per gli F-16 nel Regno Unito, e le minacce del presidente Putin rispetto alla possibilità di colpire le basi da cui partono i cacciabombardieri in consegna all’Ucraina vanno lette in questo senso: si tratta di propaganda per colpire l’opinione pubblica occidentale, considerata particolarmente recettiva e influente da parte del Cremlino, in uno schema già visto in occasione dei reiterati “avvisi” di escalation nucleare. Quello russo è quindi l’ennesimo bluff per minare la tenuta dell’opinione pubblica dei Paesi della Nato, ma proviamo comunque a ipotizzare alcuni scenari in cui la Russia decide di eliminare la minaccia dei caccia F-16.

Scenario 1: raid contro basi Nato

Quello peggiore è sicuramente quello paventato dal presidente Putin da Tver, ovvero il bombardamento delle basi da cui partono gli F-16 diretti in Ucraina. Lo strike sarebbe effettuato senza dubbio con missili da crociera, lanciati da bombardieri/caccia o dai sottomarini classe Kilo che continuano a bersagliare l’Ucraina dal Mar Nero, e una tale azione innescherebbe la risposta dell’Alleanza secondo il noto “articolo 5” del Trattato.

Una risposta collettiva di ordine militare o non militare ma comunque in sostegno del Paese aggredito. Non è chiaro dove gli F-16 siano stati modificati per essere utilizzati dall’aeronautica militare ucraina: probabilmente in Romania o in Polonia, che potrebbero quindi diventare degli obiettivi

Scenario 2: abbattimento durante il trasferimento

Un secondo scenario, altrettanto improbabile perché di molto difficile attuazione, vedrebbe il tentativo di distruzione dei caccia durante il loro volo di trasferimento una volta entrati nello spazio aereo ucraino. In questo caso la Russia dovrebbe avere la capacità di capire immediatamente quando i velivoli si alzano in volo (e le capacità di Early Warning russe sono state menomate con l’abbattimento di due velivoli A-50) e far decollare i suoi caccia su allarme armati di missili aria-aria a lungo raggio lanciati però ben al di dentro del territorio ucraino non ancora occupato, quindi esponendoli alla reazione delle difese aeree avversarie.

Scenario 3: attacco ai convogli che trasportano gli F-16

Un terzo scenario sarebbe quello di colpire i convogli terrestri che potrebbero trasportare i caccia sino alle loro basi, ma anche in questo caso Mosca dovrebbe avere una rete di intelligence in grado di dare l’allarme tempestivo in modo da distruggere i camion mentre sono in strada, oltre ad avere una capacità di sorveglianza aerea tale da guidare i missili verso bersagli in movimento, quindi ancora una volta è un’eventualità molto poco plausibile perché di difficile attuazione.

Scenario 4: nuovi strike sulle basi aeree ucraina

Un ultimo scenario, questa volta più verosimile, sarebbe colpire le basi aeree ucraine destinate a ospitare gli F-16. In questo caso gli obiettivi sarebbero di più facile individuazione in quanto è noto che le basi devono essere adattate perché i caccia richiedono piste di elevato standard e hangar rinforzati per proteggerli dai bombardamenti quando sono a terra.

Non è chiaro quante basi aeree ucraine possano soddisfare tali requisiti, e la Russia sarebbe sicura di prendere di mira rapidamente quelle che potrebbero accogliere i caccia una volta consegnati.

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