Nuovo licenziamento ai vertici di Kiev: Zelensky silura il suo consigliere

Nuovo licenziamento ai vertici di Kiev: Zelensky silura il suo consigliere

Continuano le rimozioni tra le fila degli ufficiali di alto livello di Kiev. Il presidente Voldymyr Zelensky ha licenziato il suo principale consigliere Serhiy Shefir, che ricopriva l’incarico dal 2019. Il decreto ufficiale è stato pubblicato sabato 30 marzo e un portavoce del leader del Paese invaso ha detto che si è trattato di “un’ottimizzazione del personale” dell’ufficio della presidenza.

Nei giorni scorsi, Zelensky ha rimosso dall’incarico Oleksiy Danilov, il segretario del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale. Al suo posto, è stato nominato il capo dei servizi segreti Oleksandr Lytvynenko, la mente dietro ai successi ucraini contro la flotta russa nel Mar Nero e ideatore della strategia dei droni marittimi costata caro alle navi di Mosca. La prima sostituzione eccellente tra i membri della squadra della prima ora del presidente è stato l’ormai ex capo di Stato maggiore Valerij Zaluzhnyi, molto amato dai soldati e dalla popolazione e con una popolarità nel Paese e all’estero pari quasi a quella dello stesso Zelensky.

Questi cambi al vertice della nazione invasa potrebbero essere il sintomo delle crescenti difficoltà al fronte. L’Ucraina, infatti, si sta trovando ad affrontare una rinnovata pressione russa lungo tutta la prima linea. Dopo la ritirata da Avdiivka, la riorganizzazione delle posizioni difensive è stata resa più complessa dagli incessanti attacchi aerei delle truppe del Cremlino e dalla scarsità di armi e munizioni a disposizione delle forze di Kiev. Nell’ultima settimana, inoltre, l’esercito di Putin ha dato il via a una campagna di pensanti bombardamenti aerei contro le infrastrutture strategiche e la rete energetica del Paese. Una replica, questa, della strategia già adottata nell’inverno del 2023 ma resa quest’anno più efficace dal fatto che le risorse a disposizione di Kiev si sono notevolmente ridotte.

Gli aiuti statunitensi, infatti, sono ancora bloccati dall’opposizione dei repubblicani che hanno subordinato l’approvazione dell’ultimo pacchetto da 60 miliardi di dollari all’adozione di misure più stringenti per limitare l’immigrazione clandestina lungo il confine meridionale degli Usa. Il presidente Zelensky ha rinnovato i suoi appelli affinché il suo Paese non sia lasciato solo. In particolare ha chiesto a Washington missili a lungo raggio, gli Atacms, che permetterebbero alle forze ucraine di attaccare le basi aeree russe in Crimea: “Quando la Russia saprà che possiamo distruggere questi aerei, non attaccherà dalla Crimea. È come con la marina. Li abbiamo cacciati dalle nostre acque territoriali.

Ora li spingeremo fuori dagli aeroporti della Crimea”.

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