Dopo il forfait di ieri sera alla Via Crucis al Colosseo, il Papa è apparso oggi nella Basilica di San Pietro per presiedere la Veglia Pasquale. Si tratta della celebrazione più importante dell’anno liturgico per la Chiesa cattolica. Ieri la Sala Stampa della Santa Sede, facendo sapere a tarda sera che il Pontefice ultraottantenne non ce l’avrebbe fatta a partecipare al Palatino alla tradizionale Via Crucis con le meditazioni scritte di suo pugno da Bergoglio stesso, aveva però precisato che la decisione era maturata proprio per “conservare la salute in vista della Veglia”.
La salute del Papa e l’omelia
Si è scritto molto sulla salute del Papa in queste ore dopo la mancata presenza alla Via Crucis. Francesco aveva comunque partecipato ieri pomeriggio alla celebrazione della Passione del Signore nella Basilica di San Pietro, pur mostrandosi debole nella voce e in sedia a rotelle. Anche oggi il Papa ha fatto il suo ingresso in sedia a rotelle e la voce era debolissima. Il Pontefice ha assistito alla benedizione del fuoco e alla processione verso l’altare, con il cero pasquale acceso davanti a seimila fedeli. Per l’occasione è stata preparata un’omelia che commenta il Vangelo proclamato poco prima e che il Papa ha letto. Il Sabato Santo è il giorno dell’attesa. Così come le meditazioni per la Via Crucis, anche l’omelia di oggi ha messo in evidenza il ruolo femminile. Il Papa ha detto: “le donne vanno al sepolcro alle prime luci dell’alba, ma dentro di sé conservano il buio della notte. Pur essendo in cammino, sono ancora ferme: il loro cuore è rimasto ai piedi della croce. Annebbiate dalle lacrime del Venerdì Santo, sono paralizzate dal dolore, rinchiuse nella sensazione che ormai sia tutto finito, che sopra la vicenda di Gesù sia stata messa una pietra”. L’omelia si sofferma sulla pietra: “quel masso, ostacolo insormontabile, era il simbolo di ciò che le donne portavano nel cuore, il capolinea della loro speranza: contro di esso tutto si era infranto, con il mistero oscuro di un tragico dolore che aveva impedito ai loro sogni di realizzarsi”. Ma la pietra rotola via dal sepolcro. Questo episodio del Vangelo è l’occasione per una metafora: “può accadere anche a noi. A volte sentiamo che una pietra tombale è stata pesantemente poggiata all’ingresso del nostro cuore, soffocando la vita, spegnando la fiducia, imprigionandoci nel sepolcro delle paure e delle amarezze, bloccando la via verso la gioia e la speranza”. Il Papa ha parlato anche degli “aneliti di pace spezzati dalla crudeltà dell’odio e dalla ferocia della guerra”. Come le donne alzano lo sguardano e si rendono conto che la grande pietra non c’era più, allo stesso modo l’omelia pronunciata oggi invita a credere che “è il Signore, Dio dell’impossibile che, per sempre, ha rotolato via la pietra e ha cominciato ad aprire i nostri sepolcri, perché la speranza non abbia fine. Verso di Lui, allora, anche noi dobbiamo alzare lo sguardo”. La Pasqua come sconfitta della vita sulla morte. Il testo continuava così: “Risuscitato dal Padre nella sua, nella nostra carne con la forza dello Spirito Santo, ha aperto una pagina nuova per il genere umano. Da quel momento, se ci lasciamo prendere per mano da Gesù, nessuna esperienza di fallimento e di dolore, per quanto ci ferisca, può avere l’ultima parola sul senso e sul destino della nostra vita”. Francesco ha letto tutta l’omelia, interrompendosi poche volte per colpi di tosse.
Gli impegni
Dopo la Veglia pasquale, Francesco è atteso domani mattina nella Basilica di San Pietro per la Messa di Pasqua e a seguire si affaccerà dalla loggia centrale per impartire la tradizionale Benedizione “Urbi et Orbi”. La fitta agenda della Settimana Santa si concluderà poi con il Regina Caeli del lunedì dell’Angelo.
Quest’anno Francesco non si è presentato di nuovo al Colosseo per la Via Crucis, ma non ha rinunciato alla Messa in Coena Domini celebrata nella casa circondariale femminile di Rebibbia dove ha lavato i piedi a dodici detenute ed ha pronunciato un’omelia a braccio incentrata sul perdono da parte di Gesù.