Un mese di affanni e fatica e l’ipotesi del ricovero. Ma papa Francesco non si ferma

Un mese di affanni e fatica e l'ipotesi di un ricovero per garantirgli un riposo totale. Ma papa Francesco non si ferma

Qualcuno avrebbe preferito per lui un ricovero in ospedale, al policlinico Gemelli, già alcune settimane fa. Non perché le condizioni di salute fossero gravi, solo per garantirgli un periodo di totale riposo e di cure per debellare del tutto l’influenza. Alla fine però Francesco ha mantenuto tutti gli impegni previsti nella sua agenda, portandosi dietro così tutti gli strascichi dell’influenza, con conseguente abbassamento di voce. Anche ieri, per la messa in piazza San Pietro nella domenica delle Palme, il Pontefice ha messo da parte l’omelia e ha preferito lasciare spazio al silenzio e alla riflessione. La voce non era al massimo delle condizioni e la lettura del lungo sermone avrebbe potuto affaticarlo ulteriormente. La folla, ma anche i numerosi vescovi e cardinali che aspettavano che il Papa prendesse la parola, sono rimasti spiazzati nel vederlo lì, raccolto in preghiera, senza che proferisse parola.

Non è una novità: da oltre quindici giorni il Pontefice in numerose udienze pubbliche, tra cui quella generale del mercoledì, preferisce non pronunciare il discorso preparato per l’occasione, affidandone la lettura a qualche collaboratore della Segreteria di Stato. Decisione che ha fatto scattare l’allarme tra molti affezionati al Papa ma anche tra molti speculatori che pensano che le sue condizioni di salute siano peggio di quanto si possa immaginare. «Niente di preoccupante» garantisce qualche suo stretto collaboratore; dopotutto lo stesso Bergoglio ha parlato pubblicamente delle sue recenti condizioni, facendo cenno ad una «bronchite» e a un’«influenza» che non gli permetteva di essere in forma per leggere i discorsi.

Al termine della celebrazione della domenica delle Palme Francesco ha comunque fatto lo sforzo di prendere la parola, prima della recita dell’Angelus, per manifestare vicinanza alle vittime «del vile attentato» compiuto a Mosca. «Il Signore», ha aggiunto il Pontefice, «converta i cuori di quanti proteggono, organizzano e attuano queste azioni disumane che offendono Dio, il quale ha comandato non ucciderai».

A pesare sulle sue condizioni di salute è anche l’età, 87 anni compiuti lo scorso 17 dicembre, che non consente una ripresa immediata, soprattutto dopo che il ceppo influenzale di quest’anno ha messo ko anche i più giovani, con sintomi che non si attenuano nemmeno dopo un mese di cure. C’è da dire anche che Francesco ha una sofferenza particolare alle vie respiratorie: tutti ricordano che gli manca il lobo superiore del polmone destro da quando aveva ventun’anni e ha subito quasi un anno fa un ricovero in ospedale al Gemelli per curare una polmonite; deve, insomma, cercare di tutelarsi soprattutto per i prossimi giorni. Con l’inizio della settimana santa sono molteplici gli appuntamenti che vedranno impegnato il Papa: giovedì la messa crismale e la lavanda dei piedi nel carcere femminile di Rebibbia a Roma, venerdì la Via Crucis al Colosseo (appuntamento al quale lo scorso anno non ha presenziato dietro consiglio dei medici), sabato la veglia nella notte di Pasqua e poi la messa della domenica con a seguire la benedizione «Urbi et Orbi». Insomma, un tour de force che Bergoglio non può certamente disertare.

A interpretare la scelta del Papa e a rassicurare sulla sua salute, padre Enzo Fortunato, portavoce della Basilica di S. Pietro al quale Bergoglio ha affidato l’organizzazione della Giornata mondiale dei bambini che si svolgerà a maggio: «L’omelia delle Palme non letta dal Papa? Probabilmente è il frutto di una scelta da parte del Pontefice di sostituirla con un eloquente silenzio. Dinanzi al racconto della Passione di Gesù, dinanzi alle croci del mondo, dinanzi a quel raccoglimento di migliaia di pellegrini proveniente da tutto il mondo, forse il Papa ha preferito il silenzio che è stato più incisivo, a mio avviso, di molte parole». Il portavoce della Basilica di San Pietro osserva ancora: «Non farei strumentalizzazioni sulla salute del Pontefice.

Lo abbiamo visto, al termine della celebrazione, sorridente, salire sulla papamobile e, abbracciare e salutare il popolo di Dio».

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