I passaporti e la targa: chi sono e cosa sappiamo degli attentatori di Mosca

I passaporti e la targa: chi sono e cosa sappiamo degli attentatori di Mosca

Mentre sale il bilancio della vittime dell’attentato di Mosca di ieri sera, qualcosa inizia a trapelare dalle veline del Cremlino e dalle agenzie di stampa russe. L’Fsb ha informato il presidente russo Vladimir Putin di 11 arresti dopo la strage: tra le persone arrestate vi sarebbero “tutti i quattro terroristi direttamente coinvolti nell’attacco terroristico“.

L’auto, l’alt, gli arresti di questa notte

Questa notte, dopo le 4.00 locali, la polizia russa ha fermato una Renault nell’area di Bryansk, corrispondente alla descrizione del veicolo comparso sulla scena della strage alla Circus City Hall ieri sera. L’alt, gli spari e il ribaltamento del veicolo: i viaggiatori a bordo avrebbero tentato la fuga ma due di loro sarebbero stati arrestati nell’immediato. Gli altri sarebbero fuggiti nel bosco ai bordi della carreggiata. Potrebbe trattarsi dei giovani protagonisti dei video che stanno circolando sul web da questa mattina. A bordo dell’auto sono stati ritrovati una pistola e un caricatore per Akm, dello stesso modello di quelli utilizzati dagli attentatori questa notte. Assieme a questo materiale, due passaporti del Tajikistan, fucina di jihadisti da svariati anni.

Secondo la prevedibile ricostruzione di Mosca e dell’Fsb i sospettati volevano attraversare il confine con l’Ucraina, certi dei loro contatti al di là del confine.

Un milione di rubli per uccidere

Uno degli arrestati, un ragazzo di circa trent’anni, avrebbe ammesso di essere arrivato dalla Turchia il 4 marzo. L’interrogato ha anche detto che gli era stato offerto mezzo milione di rubli per uccidere delle persone. La direttrice della tv russa Russia Today (RT), Margarita Simonyan, ha pubblicato su Telegram un video, rimbalzato su tutti i social, dell’interrogatorio di una delle persone arrestate. Nel filmato, rilanciato dall’agenzia di stampa russa Ria Novosti, si vede l’uomo che viene tenuto disteso a terra a pancia sotto, con le mani dietro la schiena e un agente che gli tiene la testa dai capelli mentre gli vengono poste delle domande. L’uomo dice di essere arrivato in Russia dalla Turchia il 4 marzo. “Lì i documenti sono scaduti, ho attraversato il confine“, dice il sospettato. L’uomo ha aggiunto che i suoi responsabili gli avrebbero affidato il compito di uccidere tutte le persone presenti nella sala e gli avrebbero offerto circa un milione di rubli per questo.

Gli altri due arrestati

Sul web circolano altri due video, questa volta con il marchio del celebre milblog War Gonzo. Il primo ritrare un altro giovane uomo dall’aspetto caucasico e la barba, in abbigliamento verde militare, che viene trattenuto per i capelli. Il video dura pochi secondi ma l’audio appare volutamente disturbato per non comprendere il significato.

Uno dei presunti attentatori di Mosca

Nell’altro si intravedono degli uomini armati, dal volto coperto ma in borghese, che trascinano a braccia un altro giovane uomo dal volto insaguinato e le mani legate dietro la schiena. La scena si svolge in un’ambientazione non urbana, in una foresta innevata. War Gonzo è il canale Telegram seguito da oltre un milione e mezzo di follower, filo-Putin (c’è chi ipotizza sia un canale gestito direttamente dal Cremlino), spesso smascherato a mettere in scena azioni di guerra simulate. Dietro il canale c’è Semyon Pegov, accreditato blogger militare insignito dell’Ordine del Coraggio da Putin in persona nel dicembre 2022.

Un'altro presunto attentatore di Mosca

In un altro video che circola soprattutto su X, viene ritratto un altro giovane dall’aspetto caucasico, scalzo e legato mani e piedi: sembrerebbe non parlare nemmeno russo, interloquendo con gli uomini che l’hanno arrestato attraverso l’ausilio di una traduttrice.

Secondo i milblogger più accreditati, potrebbe essere lui il capo del commando.

Il presunto leader del commando

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