Torna l’incubo terrorismo fondamentalista. In serata lo Stato Islamico ha rivendicato la responsabilità dell’attacco terroristico su Telegram. Gli Usa avevano avvertito le autorità russe della possibilità di un attacco dell’Isis-K, fazione dello Stato islamico attiva soprattutto in Afghanistan. «Evitate concerti e luoghi affollati a Mosca e nelle altre città russe». L’allerta dell’intelligence americana risale a due settimane fa. Ieri sera la previsione si è trasformata in terribile realtà, illustrata con raccapricciante violenza dai video rilanciati su Telegram. Immagini che ricordano la mattanza dell’ottobre 2002, quando un commando di terroristi ceceni penetrato nel Teatro Dubrovka prese in ostaggio 912 spettatori di un musical.
Quella volta morirono 130 persone. Stavolta rischia di andare anche peggio. Un video agghiacciante riprende l’irruzione di un commando nella «Crocus City Hall», un teatro per concerti situato nel quartiere moscovita di Krasnogorsk. Si vedono almeno quattro uomini in mimetica, armati di fucili mitragliatori che entrano correndo nel teatro. Sparano all’impazzata contro chiunque si muova, ma si accaniscono con particolare crudeltà contro un capannello di persone nascoste tra un muro e una vetrata. I drammatici fotogrammi danno l’idea di una spietata esecuzione in diretta. Uno dei militanti si avvicina e svuota il caricatore sul gruppo di uomini e donne inermi.
E continua a premere il grilletto fino a quando sono tutti a terra.
Nell’immediato i sospetti erano ricaduti su jihadisti ceceni decisi a raccogliere l’eredita dei militanti che tra il 1994 e i primi anni Duemila combatterono due guerre e misero a segno decine di spietati attentati in Russia. Sospetti alimentati peraltro dal ritrovamento di un’autobomba nel parcheggio del teatro. In questi anni si è parlato spesso dei gruppuscoli di fondamentalisti trasferitisi in Ucraina per combattere agli ordini di Kiev. Nel giugno 2022 il loro numero era stimato in circa 500 unità. Dal modo con cui ricaricavano le armi e si muovevano all’ingresso della sala i terroristi non sembravano reduci da un addestramento particolarmente approfondito. E questo fa escludere che possa trattarsi di un gruppo ucraino abituato a combattere in prima linea. Anche perché un’operazione talmente indiscriminata contro un obbiettivo essenzialmente civile giustificherebbe una escalation russa tanto terribile quanto poco gradita a quelle intelligence occidentali che seguono il lavoro degli omologhi ucraini. «Non c’è alcun segno, al momento, del coinvolgimento dell’Ucraina o di ucraini nella sparatoria a Mosca», ha messo le mani avanti John Kirby portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale statunitense. Ma Dmitry Medvedev, vicepresidente del consiglio russo di sicurezza, non è convinto e avverte: «Se gli ucraini, compresi i loro leader, fossero coinvolti nell’attacco
alla sala da concerti Crocus City Hall dovranno essere trovati e distrutti».
Ieri sera il canale Telegram di Readovka, solitamente ben informato, parlava di almeno 50 morti e di un centinaio di persone bloccate nel seminterrato del teatro. Ma il peggio probabilmente è avvenuto nella sala dove oltre 6mila spettatori attendevano l’esibizione dei Picnic, un gruppo di rock progressivo russo. E a rendere tutto più tragico s’aggiunge l’incendio del tetto del teatro innescato forse dall’esplosione di alcune granate al fosforo che minaccia di far precipitare il tetto e i piani alti del palazzo. Un incendio che i pompieri dotati di manichette troppo corte ieri sera non riuscivano a spegnere.
E l’arrivo in serata di numerose unità delle forze speciali e di un consistente numero di ambulanze ed eliambulanze sembra l’inevitabile preludio di una notte di fuoco e sangue.