Ramadan a scuola, ecco il compendio. La Lega: “Preoccupante islamizzazione”

Foto di repertorio

Il caso della scuola di Pioltello, che ha deliberato la chiusura per celebrare la fine del Ramadan il prossimo 10 aprile, si susseguono le segnalazioni di istituti che sono pronti a favorire gli studenti di fede islamica. A differenza di quanto avviene in Francia e nei Paesi Bassi, dove la comunità musulmana chiede di non promuovere favoritismi per gli studenti che praticano il Ramadan, perché si tratta di un sacrificio che il fedele si impegna a compiere per la sua religione, nel nostro Paese si agisce nella direzione opposta. Tanto che in molti casi sovviene il dubbio che ci si muova solamente sulla base di ideologie e non di una vera volontà di integrazione. E nelle scuole tedesche e austriache, invece, si invitano i genitori a considerare le conseguenze del digiuno nella vita sociale e scolastica dei giovani. Non il contrario. L’ultimo caso denunciato in Italia proviene da Soresina, in provincia di Cremona, ed è la Lega cittadina a denunciare un comportamento non standard dell’istituzione scolastica.

Stavolta non sono state deliberate chiusure arbitrarie ma in un istituto comprensivo, che quindi ospita classi dall’infanzia alle medie, da parte del dirigente scolastico è stata inviata una circolare nella quale è presente una sorta di vademecum, con cui si chiede ai docenti di supportare gli studenti musulmani. Nello specifico, viene chiesto di “essere comprensivi” per la carenza di energia dovuta al digiuno e, quindi, do proporre flessibilità “in caso abbiano bisogno di riposo supplementare o di adeguamenti nelle attività didattiche“.

E ancora, si sollecitano gli insegnanti a individuare momenti di preghiera e ad “evitare il consumo di cibo e bevande in luoghi pubblici all’interno della scuola durante le ore di digiuno del Ramadan“. Viene anche chiesto ai docenti di non fissare verifiche, scritte e orali, per il 7 aprile, giorno successivo alla veglia notturna prevista dal Ramadan, di fare il possibile per fissare le verifiche e interrogazioni le prime ore del mattino, quando gli studenti musulmani sono maggiormente riposati. E viene anche chiesto di creare momenti in aula in cui gli studenti musulmani possano spiegare il Ramadan ai compagni. Tutto questo perché, scrive il dirigente scolastico, “come educatori è nostro dovere promuovere un ambiente inclusivo e rispettoso“.

Silvia Sardone, europarlamentare della Lega, definisce questo insieme di richieste come “un compendio di messaggi di rara ‘sottomissione’ alle comunità islamiche in una scuola italiana. Dopo la chiusura della scuola di Pioltello per il fine Ramadan, un nuovo segnale preoccupante di islamizzazione negli istituti scolastici“. Quindi, l’esponente leghista al parlamento europeo, si chiede “perché la scuola, invece di educare gli studenti, si concentra a messaggi di integrazione al contrario, in cui in pratica siamo noi a dover assimilare tradizioni che non fanno parte della nostra storia? Perché poi gli studenti di un’altra fede dovrebbero avere trattamenti di favore penalizzando quindi gli alunni non musulmani?“. In questo modo, conclude Sardone, “non si fa buona integrazione sottomettendosi, creando regole particolari e promuovendo favori solo a chi fa parte di una determinata religione.

Tra buonismo e politicamente corretto si creano dei cortocircuiti profondamente sbagliati“.

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