Gli attacchi missilistici russi su Kiev nelle prime ore del mattino di giovedì 21 marzo hanno evitato per un pelo di fare vittime anche tra il personale dell’ambasciata di Roma. Un vettore lanciato dalle truppe di Mosca ha infatti distrutto l’abitazione di un impiegato locale della nostra rappresentanza, un cittadino con doppio passaporto ucraino e italiano.
Al momento del raid la casa era vuota e, secondo fonti della Farnesina, l’uomo e la sua famiglia sono sani e salvi. Sono stati trasferiti in un albergo, dove trascorreranno un paio di giorni prima di essere spostati in una foresteria dell’ambasciata in attesa di trovare loro una sistemazione migliore. “Ho appreso con inquietudine di come la sua abitazione abbia subito danni durante l’ultimo attacco missilistico compiuto sulla città di Kiev e sono molto sollevato nell’apprendere che lei e i suoi cari siete usciti incolumi da questo ulteriore, ingiustificabile gesto di aggressione”, ha scritto il ministro degli Esteri Antonio Tajani in un messaggio inviato all’impiegato. “Desidero esprimerle la vicinanza e la solidarietà del ministero degli Esteri e della Cooperazione internazionale, insieme al più alto senso di gratitudine e riconoscenza per il lavoro che ogni giorno lei e i suoi colleghi svolgete per l’Italia, con coraggio e abnegazione”.
Da Bruxelles, dove si trova per partecipare a un vertice internazionale, il vicepremier ha anche telefonato all’impiegato dell’ambasciata. “Gli ho espresso la mia solidarietà, e anche la mia indignazione per questi continui attacchi, contro la capitale dell’Ucraina, contro obiettivi civili. Una vergogna che deve cessare al più presto”, ha dichiarato, come reso noto da fonti della Farnesina. Nonostante il proseguimento del conflitto, da mesi la rappresentanza di Roma a Kiev è tornata in attività, con il rientro in servizio dell’ambasciatore Pier Francesco Zazo e di parte del personale diplomatico e della sicurezza.
L’attacco russo è avvenuto 44 giorni dopo l’ultimo raid ed è stato probabilmente ordinato in risposta ai numerosi assalti di partigiani pro-Kiev nelle regioni di Belgorod e Kursk, a ridosso del confine con l’Ucraina. Secondo l’aeronautica militare ucraina, le truppe di Mosca hanno lanciato 31 missili, di cui 30 intercettati dalla contraerea. Le persone ferite sarebbero 13, tra le quali un bambino, e tra le strutture colpite vi sarebbero diversi appartamenti, un asilo, un’azienda e due condomini. “Dobbiamo dimostrare che il terrorismo è sempre il perdente”, ha dichiarato il presidente Volodymyr Zelensky a seguito del raid, invitando la comunità internazionale a fornire maggior supporto al Paese invaso tramite la consegna di sistemi di difesa antiaerei moderni.