– Secondo il vescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, la decisione di chiudere per Ramadan una scuola a Pioltello è “assolutamente normale”, anzi “auspicabile”. Ora, io capisco il dialogo interreligioso, capisco il bisogno di “rispettare i musulmani per capire l’altro”, capisco anche sottolineare l’importanza della spiritualità, qualsiasi religione si pratichi. Non mi aspetto le crociate, sia chiaro. Ma dal pastore dei cristiani in terra meneghina mi attendo che difenda le tradizioni. Che rivendichi la differenza tra islam e cristianesimo. Che affermi cioè il principio secondo cui solo chi crede in Cristo avrà la vita eterna. Oppure nella “logica dell’incontro” basta credere in qualcosa e il paradiso è garantito?
– Al segretario generale della Conferenza episcopale italiana, monsignor Giuseppe Baturi, vorrei far notare che una cosa è “garantire la libertà religiosa” e un’altra è importare nei fatti una festività che non rientra tra quelle affini alla nostra cultura. Nessuno ha mai impedito ai bambini musulmani di restare a casa un giorno per festeggiare il Ramandan, basta giustificare l’assenza. E non mi pare che in tanti paesi a maggioranza musulmana vi sia reciprocità.
– Secondo Delpini dobbiamo uscire dalla “logica di conquista”, e forse le cronache di Molenbeek non sono ancora arrivate negli uffici della Curia milanese. Quando passai una settimana in compagnia di un gruppo di Tabligh Eddawa, predicatori islamici, mi dissero chiaro e tondo che per loro “Roma è già stata conquistata”. Hanno moschee dove pregare, possono far girare le donne velate e interi quartieri vivono di vita propria: oggi hanno ottenuto la festa per il Ramadan, benedetti pure dalla Chiesa, domani chissà. I cattolici si sforzano di cedere su ogni cosa, pur di “andare d’accordo” con gli amici musulmani, ma forza di “concedere” finiranno per prevalere.
– In questo la Chiesa ha le sue colpe. Enormi. Ha abbandonato la difesa dei principi eterni, Ratzinger avrebbe detto “non negoziabili”. Ha annacquato il suo messaggio, che ormai somiglia più ad un’ideologia sociale di stampo socialista, aperta a tutti, un po’ fluida, molto inclusiva. Ed è più attenta all’accoglienza dei migranti che al Magistero duro e puro. Questa slavina valoriale di una Chiesa ormai vuota si confronta con un islam granitico, che permea la società molto più di quanto non riescano a fare i preti nelle parrocchie ormai spopolate. In questa sfida si fronteggiano un macigno e un budino: come può sorprendervi se il budino afferma “prego, signor macigno, faccia pure la sua festa per il Ramadan”?
– Chiara Appendino sbatte la porta in faccia al Pd. Non solo in Piemonte non faranno nessun accordo, ma anche a livello nazionale siamo a campa cavallo. “Questo Piemonte è malato e il Pd non può essere la cura” significa anche “questa Italia è malata e il Pd non può salvarla”. Men che meno con l’appoggio di Calenda o Renzi. Elly Schlein continua a rincorrere un campo largo che è già morto. Prima di nascere.
– Il Wall Street Journal sbatte in prima pagina la fotografia di Meloni che si copre il volto con la giacca. E da noi la cosa provoca articoli di giornale e pure qualche polemica politica. Perché? Mi spiegate perché? Se il Corsera domani aprisse con una bella foto di Macron, in Francia non ne farebbero oggetto di dibattito pubblico. Il nostro si chiama provincialismo.
– Ucci ucci, sento odore di Ursula von der Leyen bis. Oggi il ministro Lollobrigida ha fatto sapere che FdI “apprezza” la Von der Leyen perché ha saputo “prendere le distanze dai socialisti” e perché sui migranti ha sposato la linea Meloni. Qual è la strategia di Giorgia? Il non plus ultra sarebbe riuscire a formare una maggioranza con Ppe e centristi, che escluda i socialisti. Agli osservatori, e secondo i sondaggi, però, al momento sembra quasi impossibile…