L’ultimo libro del generale Roberto Vannacci, «Il coraggio vince», edito da Piemme, non piace alle Librerie Feltrinelli che hanno deciso di nascondere l’opera. E semmai di consentire l’acquisto solo dopo una domanda specifica da parte del cliente. «A richiesta lo diamo, questa è l’indicazione». L’ammissione arriva da alcuni commessi della catena. Certo, considerati i numeri delle vendite de «Il mondo al contrario» e le attese per questa seconda pubblicazione di Vannacci, la scelta ha poco di commerciale e molto di ideologico. Ma non è un unicum: almeno un altro libro ha subito di recente la stessa «ghigliottina». La regola, nelle Feltrinelli, è valsa infatti anche per «La versione di Giorgia», il libro intervista alla premier Giorgia Meloni scritto dal direttore del Giornale Alessandro Sallusti. Un boicottaggio «gravissimo», come dichiarato dallo stesso direttore: «Avevano solo due o tre copie nascoste in un angolo».
L’azienda non ha voluto rilasciare dichiarazioni sul caso del libro di Vannacci. La fotografia è chiara: i campioni della tolleranza e del libero pensiero preferiscono selezionare le opere da piazzare sugli scaffali in base ai loro contenuti e magari anche per via dei loro autori. Senza difendere più di tanto l’arcinoto principio attribuito a Voltaire. Quello sul «difendere sino alla morte» il diritto di esprimere valori o idee diverse dalle proprie. Mollicone (Fdi), presidente della commissione Cultura della Camera, si è domandato «se anche i libri pubblicati dalla casa editrice Sensibili Alle Foglie, fondata da Renato Curcio (tra i fondatori delle Brigate rosse, ndr) subiscono lo stesso trattamento del libro di Vannacci».