Basilicata e Piemonte: il campo largo è a pezzi

Basilicata e Piemonte: il campo largo è a pezzi

Basta con le battute sul campo largo. Fine dei giochi di parole. È sufficiente la cronaca. In Basilicata il candidato di Pd e M5s Domenico Lacerenza (nel tondo) si ritira dopo due giorni di passione. E in Piemonte? Lì la telenovela sembra finita. Ma senza campo largo. C’è il Pd che candida Gianna Pentenero, assessore al Comune di Torino, per superare l’impasse interna tra la schleiniana Chiara Gribaudo e il riformista Daniele Valle, ma si perde per strada il M5s. Che annuncia: «Il Pd ha cambiato metodo, ora un nostro candidato». In Basilicata, invece, si balla ancora. L’oculista Lacerenza toglie il disturbo nel pomeriggio. «Avevo dato la mia disponibilità, ma non posso non registrare le reazioni che ci sono state in seguito», scrive il medico in una nota. Poi conclude: «Ringrazio Elly Schlein, Giuseppe Conte e Angelo Chiorazzo». Il passo indietro arriva dopo una call surreale tra Pd e M5s. Presenti il segretario regionale dem Gianni Lettieri e il coordinatore grillino Arnaldo Lomuti. Ci sono anche Igor Taruffi e Davide Baruffi, responsabile organizzazione e responsabile Enti locali del Nazareno. «Bisogna far ritirare Lacerenza, non tengo più il partito», fa presente Lettieri. Gli emissari romani rispondono: «Non si può fare, la segretaria si è esposta». Quindi si collega Giuseppe Conte: «Noi non andremo mai con Azione, il M5s lucano nasce contro i Pittella, una famiglia che amministra la Basilicata da più di trent’anni». I presenti decidono di convocare una conferenza stampa nel giro di mezz’ora, per ribadire il sostegno a Lacerenza. Ma passa solo un quarto d’ora e l’oculista si ritira.

Torna al centro della scena l’ex governatore Marcello Pittella, dominus di Azione in Basilicata. Pittella, nelle ore precedenti, aveva aperto di nuovo ad Angelo Chiorazzo, civico lanciato dal Pd mesi fa, ma osteggiato dai grillini. Di nuovo sulla giostra. Pd e stellati sono in assemblea permanente. Intanto fonti M5s minacciano: «Siamo pronti a correre da soli». Girano i nomi dell’ex direttore dell’Azienda Sanitaria di Potenza Lorenzo Bochicchio, del presidente dell’Ordine dei Medici del capoluogo Rocco Paternò e di politici del Pd come l’ex presidente del consiglio regionale Piero Lacorazza, gradito al M5s. «Sono pronto a candidarmi», scrive Lacorazza. I grillini, però, hanno in serbo anche il nome di una donna: la consigliera comunale di Melfi Alessia Araneo o l’ex sindaco di Pisticci Viviana Verri. Carlo Calenda da Matera suona la carica: «Giuseppe Conte vuole distruggere il centrosinistra. Se non ha il coraggio il Pd, lo mandiamo a stendere noi». Oggi Calenda e Pittella annunceranno la decisione di Azione. L’ex governatore potrebbe appoggiare l’uscente di centrodestra Vito Bardi, convincere Chiorazzo a una corsa solitaria o candidarsi in prima persona contro i due poli. Italia Viva, invece, ufficializza il sostegno a Bardi. Conte tira dritto sul no a Chiorazzo e a Pittella. Il primo è accusato di conflitto di interesse, in quanto imprenditore «che opera nel settore socio-sanitario e assistenziale». Il secondo è espressione delle «famiglie che hanno governato la Lucania per quarant’anni». E su Lacerenza l’ex premier attacca: «È stato impallinato». Allora non restano che le battute. Come quella di Maurizio Gasparri, capogruppo di Fi al Senato: «A sinistra c’è un campo rotto».

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