Pd incartato in Basilicata. Schiaffi al suo candidato

Pd incartato in Basilicata. Schiaffi al suo candidato

L’operazione oculista non è iniziata benissimo.

Ieri mattina, a trentasei ore dall’investitura a candidato in Basilicata solennemente annunciata dal dinamico duo Schlein-Conte, e dalle prime sfortunate esternazioni del candido dottor Lacerenza («Mai sentiti i leader, mai fatto politica nemmeno per hobby, non so perché mi abbiano scelto ma mi fa piacere»), mezzo Pd lucano stava raccogliendo le firme per cacciarlo e scegliere qualcun altro, anche a caso, e per far rimangiare a Conte il veto messo sui centristi di Azione e Iv. «Nessun passo indietro sul candidato, non se ne parla neppure», rispondevano fieramente dal Nazareno. Del resto ormai è troppo tardi, come ammette Schlein con qualcuno dei suoi: «Se cambiamo di nuovo nome ci prendono per pazzi, abbiamo le mani legate», Quanto alla coalizione, però, bisognava almeno far finta di non aver subito senza reagire i diktat dello statista di Volturara: ecco quindi che, nel pomeriggio, si convoca un «tavolo» dei partiti che supportano l’oculista (Pd, M5s, Avs e l’associazione di Angelo Chiorazzo, il manager sanitario che Conte ha bocciato come candidato, consentendogli però di indicare il proprio sostituto) aperto anche ad Azione. Ossia all’ex governatore ed ex Pd Marcello Pittella, che (nonostante le persecuzioni giudiziarie, da cui è uscito indenne ma mollato dal proprio partito) di voti ne ha.

Ma il particolare surreale è che al tavolo (che ovviamente non ha concluso niente) nessuno si è ricordato di invitare il candidato. E così, alla prima, cruciale riunione della sua coalizione, il povero dottor Lacerenza era assente.

Al «tavolo» tutti riconoscono che qualche problema c’è, ma gli emissari di Conte dettano la linea: «Abbiamo un candidato civico che ha il nostro appoggio». E pazienza se, come dicono dal Pd, «è destinato a schiantarsi»: al capo 5Stelle interessava stabilire che è lui ad avere l’ultima parola su nomi e perimetro dell’alleanza. E lasciare intatto il primato della Sardegna, come monito per quando si dovrà decidere il candidato premier alle prossime politiche: o lui, o tanto meglio perdere.

Pittella la dice chiara: «Conte ha lanciato un’Opa sulla Schlein. Noi ora decideremo se andare da soli o in altra coalizione». Intanto nel centrodestra si congratulano per il regalo ricevuto e si sbellicano dalle risate. Sarcastico Matteo Renzi: «Avranno scelto l’oculista perché nessuno li ha visti arrivare». Insorge Carlo Calenda: «Elly, ma ti rendi conto dello scempio che state facendo per inseguire Conte?». Nessuna risposta.

Se non nei fatti: perché in Piemonte, dove si vota a giugno, il Pd è spaccato tra due suoi candidati (Chiara Gribaudo e Daniele Valle) ma Conte ha già posto il veto su entrambi con un ragionamento semplice: «Tanto lì Cirio è molto bravo e si perde, perché dovremmo allearci con quelli?». Nel frattempo la sindrome di Stoccolma filo-grillina del Pd dilaga anche nella composizione delle liste per le Europee: nel Sud a guidare il Pd sarà la ex Rai Lucia Annunziata, seguita a ruota dall’ex Rai (di confessione santoriana) Sandro Ruotolo, e poi dalla segretaria Elly Schlein. Il tutto con l’obiettivo di far fuori la vice-presidente del Parlamento Europeo Pina Picierno, considerata troppo filo-Ucraina e filo-Israele, e troppo poco omogenea alla nuova linea dem.

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