I genitori separati e le visite del papà. “Dramma in una famiglia bellissima”

I genitori separati e le visite del papà. "Dramma in una famiglia bellissima"

Erano una famiglia felice. Nonostante la separazione dal marito i rapporti tra i due erano sereni: lui viveva da un’altra parte, ormai, ma veniva spesso a trovare i figli, che tutti ricordano educati e sorridenti, come la mamma, che li portava a giocare in cortile. Sempre gentile e disponibile con tutti nel condominio di via di Bertocchi, dove erano venuti a vivere dopo aver lasciato Tivoli. Lui lavorava in un magazzino edile, ma dopo la nascita della prima figlia si erano trasferiti a Bologna per stare vicini alla famiglia di lei. Nati i gemelli, circa un anno fa, la separazione senza strascichi.

Stefania Alexandra è descritta da tutti come una madre attenta ed affettuosa. Lavorava e viveva per i suoi figli, come suggeriscono i suoi profili social, inondati dalle foto dei gemelli e della bimba più grande. «La vita va vissuta intensamente», scriveva lei. «Erano una famiglia bellissima. La bambina di sei anni, in particolare, era un amore. Si faceva volere davvero bene, appena mi vedeva mi abbracciava. Aveva voluto farmi un regalino: una pianta». Anche la madre era una bravissima ragazza, una madre affettuosissima», racconta una vicina in lacrime. Sotto choc i condomini, svegliati nella notte dal trambusto dei soccorritori. «Ero a letto, ho sentito un odore di fumo molto forte, allora mi sono alzata, ho aperto la porta e c’era il caos. Sul pianerottolo c’era il mondo: polizia e vigili del fuoco. Era una bellissima famiglia: i bimbi speciali, specialissimi. Erano come dei figli», dice Manuela, che abita nella stessa scala. Un altro vicino, che conosceva la famiglia, si rammarica di non aver capito in tempo cosa stesse succedendo e di non aver potuto evitare la tragedia: «Non sono riuscito ad intervenire». Distrutta anche un’altra donna: «Avevo comprato i regali di Pasqua ai bambini».

Sconvolto padre Trandafir Vid, parroco di San Luca Evangelista della Chiesa ortodossa romena: «Quando ho ricevuto la notizia sono rimasto senza parole. Conoscevo molto bene le vittime: erano credenti e praticanti. Ho battezzato i due gemellini nella nostra chiesa di Olmetola e tante volte ho dato la comunione alla famiglia. Le parole non riescono ad esprimere ciò che provo in questo momento. Preghiamo perché Dio li riceva nel suo Regno. Tutti loro saranno per sempre nella nostra memoria». Anche a Tivoli, dove la famiglia aveva abitato prima di trasferirsi a Bologna, hanno lasciato un ottimo ricordo. Grande dolore nella ditta dove lavorava il papà dei bimbi, in cui molti operai sono romeni ed erano legati all’uomo da un rapporto di amicizia. «Ho trovato la forza di chiamarlo per un saluto e ho trovato un uomo distrutto dal dolore, disperato, mi ha raccontato quello che era successo», spiega uno dei vicini di casa di George. L’uomo ricorda i due quando stavano ancora insieme e non riesce a credere che si siano separati: «Due persone stupende, educate, riservate, molto disponibili in tutto e per tutto. Quando è nata la prima figlia, grande festa e felicità, bambina dolcissima, non poteva essere diversa con una madre così attenta ed affettuosa ed un papà molto educato e amorevole soprattutto per la famiglia. George lavorava in un magazzino edile, dove era stimato per la sua correttezza, professionalità, educazione. Poi la decisione di tornare a Bologna».

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