– In Gran Bretagna, a Westminster, non si può più dire “Ladies and Gentlemen” perché secondo alcuni “Ladies and Gentlemen” discriminerebbe chi non si sente né lui né lei”. Meritiamo l’estinzione.
– In tanto stanno commentando il lancio della bomba molotov ad un seggio elettorale in Russia, oppure protestando per l’arresto di quella ragazza che ha versato inchiostro nero dentro all’urna. Sappiate che se uno di voi facesse lo stesso in Italia, verrebbe ammanettato allo stesso modo. Capisco contestare il regime di Putin, però…
– È stato molto divertente leggere i commenti dopo l’aggressione subita da Maurizio Molinari a Napoli. “La belva che hanno cresciuto gli si è ritorta contro”, “chi sparge vento raccoglie tempesta”, “Adesso che colpiscono i giornalisti di sinistra gridano allo scandalo”, “Avete cresciuto degli anti-democratici, adesso godeteveli”. In effetti i centri sociali che hanno impedito al direttore di Repubblica di parlare fanno parte dello stesso substrato antagonista che spesso okkupano, impediscono dibattiti, arrivano allo scontro con la polizia. Antifà, ultras femministe, movimenti per la casa, studenti pro Palestina: cambiano canotta in base alle battaglie, ma il brodo di coltura resta identico.
– Imbarazzante, dunque, la nota di Molinari con cui rivendica “il rispetto della libertà di opinione e del principio della libertà di informazione”. Perché quando impedirono a Daniele Capezzone e ad Azione Universitaria di parlare, nessuno a Repubblica osò aprire bocca in loro difesa. Anzi. Si indignarono per le manganellate della polizia che tentava di difendere la libertà di parola dei relatori e si schierarono con gli studenti e il loro diritto a esprimere dissenso. Evidentemente dalle parti di Rep la “libertà di informazione” e di riunione vale solo a targhe alterne.
– Secondo l’Adnkronos, il libro del Generale Vannacci è introvabile nelle librerie Feltrinelli. Ma non perché sia tutto esaurito, ma perché viene tenuto sotto il banco informazioni, in magazzino o dietro la cassa. Insomma: non lo espongono “per scelta aziendale” come successe col libro del direttore Sallusti (Io sono Giorgia) o per quello su Matteo Salvini. Legittimo, per carità: la libertà editoriale di esporre ciò che si vuole non si discute. Ma almeno non vengano a parlare di apertura al dialogo e di libertà di espressioneSe di boicottaggio si tratta, è proprio di bassa lega: le idee si confutano, non si nascondono.
– A Pioltello una scuola chiuderà i battenti mercoledì per permettere agli studenti di festeggiare la fine Ramadan. Capisco chi sostiene che la libertà religiosa ci impone di trattare tutte le religioni allo stesso modo, ma andando avanti di questo passo finiremo per perdere ogni nostra identità culturale. Festeggiamo il Natale e la Pasqua perché siamo figli della cultura giudaico-cristiana e forse ogni tanto dovremmo ricordarcelo. Sarebbe stato più semplice, e logico, riconoscere l’assenza giustificata agli alunni musulmani che volessero festeggiare il Ramadan, anziché chiudere la scuola per tutti, inclusi gli studenti cristiani. Oppure dopodomani chiuderemo la aule anche per le ricorrenze buddiste?