Continuano gli assalti delle forze di Kiev nel territorio della Federazione. Giovedì 14 marzo, i soldati della legione “Libertà della Russia” hanno condotto una nuova incursione nelle regioni di Belgorod e Kursk. Stando a quanto riferito dal ministero della Difesa di Mosca, gli attacchi sono stati sventati dall’esercito regolare, da unità della Rosgvardia e da agenti del servizio di sicurezza delle Fsb.
Gli scontri più duri si sarebbero svolti nelle vicinanze dei villaggi di Tetkino e Spodariushino. I partigiani russi hanno affermato di aver distrutto, nella prima località, due depositi di munizioni. Le autorità moscovite non hanno confermato o smentito questa informazione, limitandosi a riportare in una nota le perdite subite dalle forze pro-Kiev: 195 militari, cinque carri armati e quattro mezzi blindati. Le operazioni di terra dei soldati allineati con l’Ucraina sono state precedute da un raid con droni nelle ore notturne. Secondo il ministero della Difesa russo, le difese aeree della Federazione sono riuscite a intercettarne 14, sventando “i tentativi del regime di Kiev di effettuare attacchi terroristici”.
Pare dunque che si sia verificata una replica di quanto avvenuto martedì 12 marzo, quando unità di combattenti russi pro-Ucraina appartenenti alla legione “Libertà alla Russia”, al “Battaglione siberiano” e alle formazioni di volontari Rdk (Russian volunteer corps) hanno tentato di varcare il confine con la Federazione. Anche in questo caso, pare che siano stati fermati dalle unità dei servizi di sicurezza e delle forze armate regolari. “Diversi tentativi di violare il confine di stato nelle regioni di Belgorod e Kursk sono stati fermati, il nemico ha perso oltre 100 persone, sei carri armati e 20 veicoli blindati”, ha riferito il Centro di comando dell’Fsb.
Il fatto che due attacchi del genere siano avvenuti nell’arco di tre giorni è il segnale definitivo di un cambiamento della strategia di Kiev. Il grosso delle sue forze, alle prese con problemi come la scarsità di rinforzi e di munizioni, sono schierate lungo il fronte che va da Kherson alla punta nord dell’oblast’ di Luhansk e impegnate nel contenere l’avanzata delle truppe di Putin. L’idea di riconquistare le regioni occupate è stata per il momento accantonata e le risorse non utilizzate in prima linea sono state impiegate per operazioni in territorio nemico, come gli attacchi alle navi e alle infrastrutture strategiche con l’utilizzo di droni aerei e marittimi o blitz nelle regioni di confine.