I killer prezzolati di Bergoglio, il campo largo è morto e Elly: quindi, oggi…

I killer prezzolati di Bergoglio, il campo largo è morto e Elly: quindi, oggi...

– Hanno elogiato Nardi-il-nuovo-Sinner a tal punto che, dopo la vittoria contro Nadal, nella partita successiva ha preso una scoppola. Mi dispiace per lui. E magari sarà anche vero che il “il futuro è suo”, come scrivono oggi i giornali, ma eviterei di bruciare prima del tempo un atleta che deve ancora dimostrare tutto.

– Proprio ieri su questa rubrica riportavamo quanto scritto nei giorni scorsi da Francesco Bei su Repubblica, il cronista secondo il quale Luciano D’Amico – candidato (sconfitto) alla guida dell’Abruzzo – avrebbe espresso “una leadership più femminile di quella della prima donna premier d’Italia”. Ora è tutto più chiaro: se questi considerano un uomo più femminile di una donna, come puoi stupirti se tra gli eletti del Pd ci sono solo maschietti? Tutto vero. Dei sei consiglieri regionali dem in Abruzzo, manco uno è di rosa vestito. Ovviamente bisognerebbe prendersela con gli elettori dem, visto che sono loro ad aver assicurato le preferenze agli uomini e non alle donne, ma ovviamente ognuno vota chi gli pare. Il paradosso, piuttosto, sta tutto nei vertici di un partito che si presenta come amico delle signore, pretende di fornire patenti di femminismo a chiunque e poi si ritrova con un pugno di mosche (maschie) in mano. Fa sganasciare dal ridere.

Il campo largo è morto. Durato il tempo di un amen, forse nemmeno, si è dissolto come neve al sole di fronte alle elezioni abruzzesi e alle trattative sul candidato in Basilicata. Pd e M5S hanno scelto Domenico Lacerenza, un paracadutato dalle sale operatorie, e Carlo Calenda ha detto ciaone. Pare che Giuseppe Conte abbia imposto il suo veto ad Azione nella speranza di recuperare i consensi perduti spostando l’asse della coalizione a sinistra. Fatto sta che l’appello di Bonaccini (“bisogna allargare anche al centro”) è già andato a farsi benedire e se questi non trovano un candidato comune in Basilicata figuratevi se riusciranno ad andare a braccetto alle elezioni nazionali. Mi correggo: il campo largo non è morto. Non è mai esistito.

– La cronaca conferma quanto scrivevamo solo ieri, riportando i dati di Frontex sul calo di partenze nel Mediterraneo centrale. Essendo questa la tratta più pericolosa che esista, il calo degli sbarchi deve far gioire tutti perché meno ne salpano e meno ne affogano. Oggi, infatti, arriva la notizia di 60 migranti morti di fame e sete sul loro barcone alla deriva. La soluzione non è (solo) salvarli, ma impedire che affidino la loro vita a dei trafficanti.

– Siamo l’unico Paese al mondo che si oppone ad un’opera logica come il Ponte sullo stretto di Messina. Oggi i giornali hanno aperto le loro edizioni con la relazione tecnica secondo cui mancherebbero studi sulla resistenza al vento e ai terremoti. Balle. La tenuta anti-sismica del progetto era già stata realizzata ai tempi del governo Berlusconi e tutte le analisi del caso sono state già realizzate, peraltro tenendo in considerazioni ipotesi catastrofiche. A pagina 45 del report citato da Angelo Bonelli per bombardare l’opera, infatti, sta scritto chiaro e tondo che il Comitato Tecnico scientifico esprime all’unanimità parere positivo al progetto, pur presentando alcune raccomandazioni. Sappiate che, secondo gli studi, il ponte è in grado di reggere a terremoti di magnitudo 7,1 Richter e a venti di oltre 300 km/h benché in 20 anni, dicasi 20 anni di monitoraggi, non sono mai state registrate raffiche oltre i 150 km/h. Sarebbe ora di smetterla di dire sempre “no”.

– Un calciatore della Roma giovanile prende il telefono ad una impiegata, le chiede di utilizzarlo per fare una telefonata e, anziché limitarsi a comporre il numero, ne approfitta per spulciare foto e video e condividere un filmato hard su whatsapp. Il video fa il giro di Trigoria, i ragazzi vengono sgridati e la povera vittima… licenziata. Il che, oggettivamente, se così stanno le cose, non è giustificabile in alcun modo. Non c’entrano sessismo, femminismo, cultura patriarcale eccetera eccetera. C’entra solo il rispetto della vittima, qualsiasi sia il danno subito, anziché il giovane (e maleducato) gioiellino.

– Bella l’ennesima autobiografia di Papa Francesco. Oggi tutti i siti online hanno titolato facendo riferimento alle parole sulle dimissioni, sulle sue fidanzatine di quando era giovane o sulla decisione di non chiamarsi “Papa emerito” in caso di rinuncia. Tuttavia la notizia era, e resta, un’altra: ovvero le frasi molto crude che Bergoglio ha riservato a chi pratica l’aborto e l’utero in affitto. Vediamole. Per quanto riguarda la gestazione per altri, ritiene sia “una minaccia alla dignità della donna” e un modo di trattare i bambini “come merce”. Sull’interruzione di gravidanza, invece, ci va giù duro: la definisce “un omicidio”, “un atto criminale” che “scarta” ed “elimina” una vita umana “che non ha colpe”. Per Francesco abortire è una “sconfitta per chi lo pratica” (la donna) e per “chi si rende complice”, cioè i medici definiti “dei killer prezzolati, dei sicari”. Ora, se Meloni osasse affermare qualcosa di simile Repubblica avrebbe già schierato i caschi blu. Invece, casualmente, trattandosi del Papa che tanto elogiano quando parla di omosessuali e matrimoni gay, non solo si sono ben guardati dal titolarci, ma hanno omesso del tutto i virgolettati dal testo. Come se Bergoglio non l’avesse mai detto.

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