Non è una semplice influencer ma rischia di essere una vera e propria epidemia. Apri un social e ti trovi consigli (interessati, molto interessati) su cosa e come mangiare, dove andare, con chi, cosa indossare, quale macchina guidare e tutto quello che si può comprare. Solo che quei consigli, arrivano su imbeccata delle aziende che pagano persone (e personaggi) per promuovere i loro prodotti. Fin qui nulla di male, a patto che i guadagni siano trasparenti. E dichiarati al fisco. Così come chi sul web decide di vendere il proprio prodotto più personale, su piattaforme come OnlyFans. Quasi tutti pagano le tasse, alcuni forse, altri certamente no. Sta di fatto che la Guardia di Finanza di Bologna ha messo il mirino su 9 tra influencer e sex workers molto attivi su varie piattaforme, scoprendo 11 milioni di euro di redditi non dichiarati. Ovvero ben 2,8 milioni non versati all’erario, gran parte dei quali già versati dopo le contestazioni.
Tra i nove ci sono alcuni nomi molto noti. Su tutti Gianluca Vacchi, l’imprenditore diventato famoso per i sui balletti e la bella vita ostentata sul Web forte dei suoi 45 milioni di follower tra Instagram e Tik Tok. Nel suo caso sarebbero stati individuati finanziamenti ricevuti dalla holding di sua proprietà, per cui gli è stato contestato il mancato pagamento delle tasse su 7 milioni (che ha già ripianato), anche se il suo legale precisa «la maggior imposta accertata ammonta a circa euro 6 mila si riferisce non già a proventi occultati bensì a costi dei quali è stata contestata la piena deducibilità». L’altro big dell’inchiesta bolognese è a Luis Sal, che tra i suoi 2,2 milioni di follower, ma non solo, è diventato particolarmente famoso di recente per la lite con Fedez, con cui prima era amico e socio e poi è arrivato alle vie legali, per la paternità del podcast «Muschio Selvaggio». A lui la Finanza contesta somme non versate all’erario che riguardano una società attraverso cui gestiva le sue attività di influencer e youtuber per circa due milioni di euro. Se Vacchi avrebbe collaborato saldando quanto contestato, Luis Sal ha affidato (ovviamente) al web la sua difesa. «Non sono un evasore: ho sempre dichiarato tutto, ho sempre pagato tutte le tasse. È in corso una indagine, sono normali controlli che vengono fatti. Vedremo come andrà a finire. Nel frattempo mi dispiace che venga scritto Luis Sal evasore. Anche io, se mi vedessi per strada in questo momento, mi tirerei uno schiaffo. Quindi, se mi vedete per strada, vi prego, di non menarmi», ha detto in un video messaggio.
Nel mirino delle Fiamme Gialle di Bologna anche Giulia Ottorini ed Eleonora Bertoli, due ragazze di 21 e 27 anni sconosciute ai più ma anche al fisco. Grazie a collaborazioni con aziende e producendo contenuti sulla piattaforma OnlyFans, guadagnavano centinaia di migliaia di euro. La Ottorini, per capirsi, in un video del 4 marzo (poi rimosso) raccontava di aver speso 30mila euro in quattro giorni. Non proprio il modo migliore per rimanere nascosti. L’operazione ha portato alla luce alcune persone più difficili da individuare a causa dei nomi d’arte. Tra questi alcuni «sex worker» che durante la pandemia hanno trasformato la propria bottega da reale a virtuale spostandosi in Rete.
«Generalmente si sono dimostrati ampiamente collaborativi», spiega la Guardia di Finanza. Ma l’indagine potrebbe essere solo all’inizio. Sotto la lente dei controlli anche alcuni gamer proprietari di canali dedicati sulle piattaforme social a cui si contestano centinaia di migliaia di euro non dichiarati ma è facile pensare che in altre città si apriranno filoni di inchiesta similari. No, non è una banale influencer di stagione.