Macron tira dritto: “Aborto anche nella Carta dei diritti Ue”

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Il presidente francese Emmanuel Macron non si accontenta di aver inserito il diritto all’aborto all’interno della Costituzione del proporio Paese e si dice intenzionato a rilanciare la sua crociata per far in modo che lo stesso venga sancito anche nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea.

Nella giornata di oggi, venerdì 8 marzo, Macron è intervenuto alla cerimonia pubblica ufficiale che ha avuto luogo in Place Vendôme a Parigi per celebrare davanti alle telecamere e ai presenti il risutato della votazione avvenuta all’inizio di questa settimana. Una manifestazione celebrata ad hoc nella Giornata internazionale della donna, durante la quale il ministro della Giustizia Eric Dupond-Moretti ha utilizzato una stampa secolare, una pressa da 100 chilogrammi del 1810, per sancire l’emendamento relativo al diritto all’aborto sigillandolo nella costituzione francese del 1958. Così facendo, la Francia è diventata il primo Paese a garantire il diritto all’aborto nella sua carta costituzionale.

“Oggi non è la fine della storia, ma l’inizio di una lotta“, ha dichiarato il presidente francese durante la cerimonia pubblica.“Condurremo questa lotta nel nostro continente, nella nostra Europa, dove le forze reazionarie attaccano i diritti delle donne prima ancora dei diritti delle minoranze”, ha detto alla folla presente alle celebrazioni tenutesi davanti al Ministero della Giustizia. “In Europa, niente è più scolpito nella pietra e tutto deve essere difeso”, ha aggiunto,“ecco perché voglio sancire quella libertà garantita all’aborto anche nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea”.

Cambiare la Carta dell’Unione Europea, comunque, richiede l’unanimità dei consensi, una situazione che potrebbe rivelarsi molto difficile da raggiungere. Sebbene gran parte delle nazioni europee abbia già legalizzato l’aborto, alcune pongono una serie di paletti alle donne che cercano di interrompere una gravidanza. Restano quindi, in sostanza, delle profonde divisioni tra gli Stati membri dell’UE.

Tra gli Stati, ad esempio, Malta consente di abortire solo nei casi in cui la vite della madre è in pericolo. Le leggi anti-aborto della Polonia, poi, sono tra le più restrittive d’Europa: la gravidanza può essere interrotta solo in caso di minaccia alla vita o alla salute della madre oppure in caso di stupro, e il numero di aborti è sceso a 161 nel 2022 dagli oltre 1.000 del 2020.

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