In costante incremento dal 2020, i “reati spia” relativi alla violenza di genere hanno fatto segnare un lieve calo, ad eccezione delle “violenze sessuali”, che dalle 4.497 del 2020 diventano 6.062 nel 2023 (+ 35%). Questo è uno dei dati che emergono da “Donne vittime di violenza”, il report curato dal Servizio di analisi criminale della Direzione centrale della polizia criminale del dipartimento della pubblica sicurezza, diffuso alla vigilia dell’8 marzo.
Nei quattro anni presi in esame (2020/2023) l’incidenza delle donne sul totale delle vittime si attesta intorno al 75% per quanto concerne gli atti persecutori, all’81% per i maltrattamenti contro familiari e conviventi e tra il 91% e il 93% per le violenze sessuali. Nel medesimo quadriennio sono cresciute al contempo anche le azioni di contrasto ai “reati spia”: le denunce sono salite del 17% per gli atti persecutori, del 20% per i maltrattamenti contro familiari e conviventi e del 26% per le violenze sessuali.
Atti persecutori
Per quanto concerne gli atti persecutori, c’è una netta crescita dal 2020 al 2021, con un trend che si è mantenuto stabile nei due anni successivi. Dall’altro lato, l’azione di contrasto al reato di stalking, che nei primi tre anni presi in esame resta stabile al 78%, nel 2023 s’incrementa fino a raggiungere l’82%.
Il 97% delle vittime risultano maggiorenni, e l’89% sono di nazionalità italiana. L’incidenza dei reati risulta più elevata in Campania, Sicilia e Calabria.
Maltrattamenti
I maltrattamenti contro familiari e conviventi sono cresciuti costantemente dal 2020 al 2022, mentre lo scorso anno si è registrata una forte diminuzione. L’azione di contrasto ai delitti scoperti nel primo triennio arriva al 94%, per salire fino al 99% nel 2023.
Il 93% delle vittime sono maggiorenni, il 76% sono italiane. L’incidenza dei reati risulta più elevata in Campania, Sicilia e Lazio.
Violenze sessuali
Le varie tipologie di violenze sessuali sono cresciute in modo esponenziale nei primi tre anni del quadriennio preso in esame dal report: si passa dai 4.497 casi nel 2020 fino ai 6.291 del 2022. Una lieve inversione di tendenza si è registrata invece lo scorso anno, con 6.062 casi. L’azione investigativa di contrasto ha portato a una percentuale di casi scoperti compresa tra 70% e 77%: il 74%. Nel 2023 in circa 3 casi su 4 (per la precisione il 74% del totale), i presunti colpevoli sono stati individuati.
Il 91% delle vittime sono donne, delle quali il 71% maggiorenni e il 77% italiane. Le regioni con la più elevata incidenza dei reati commessi, per quanto concerne il 2023, sono il Trentino Alto Adige, l’Emilia Romagna e la Toscana.