Il periodo nero per eco-teppisti e guerrieri green sembra non finire mai. Dopo la condanna definitiva a 8 mesi di reclusione per i tre attivisti di Ultima Generazione che il 2 gennaio 2023 avevano gettato della vernice lavabile sulla facciata di palazzo Madama, sede del Senato della Repubblica, ecco che gli ultimi attivisti in salsa green devono difendersi da un isolamento mediatico senza precedenti.
La stoccata di Cruciani
Il primo a commentare la sentenza del tribunale di Roma è il conduttore radiofonico Giuseppe Cruciani, eterno avversario degli eco-teppisti italiani. “Sono stati condannati alcuni attivisti di Ultima Degenerazione”, esordisce Cruciani durante l’ultima puntata de La Zanzara. Poi, a stretto giro, arriva la stoccata definitiva:“Mi fanno impazzire le attenuanti: “Hanno agito per motivi sociali“. Anche i terroristi – sentenzia il giornalista – dicevano di “agire per motivi sociali”. Il parallelo usato da Cruciani, seppur azzardato, coglie il punto centrale della questione. Nascondersi dietro la motivazione “sociale” per commettere un atto vandalico tout court, da qualche anno a questa parte, sta diventando il mantra perfetto per giustificare l’ingiustificabile. Un paradosso che, ovviamente, non viene alimentato dalla giustizia italiana.
La sentenza del tribunale
Il tribunale di Roma, infatti, non ha avuto alcun dubbio nel condannare a otto mesi di reclusione i tre attivisti di Ultima Generazione che il 2 gennaio del 2023 avevano imbrattato la facciata di palazzo Madama. I “protagonisti” del blitz sono due ragazzi e una ragazza fra i 24 e i 28 anni, accusati di danneggiamento aggravato. Il Senato, il ministero della Cultura e il Comune di Roma avevano chiesto un risarcimento danni per un totale di 190mila euro, ma il tribunale ha per ora accordato loro il pagamento di una provvisionale da 60mila euro. Il processo, iniziato lo scorso maggio, era stato uno dei primi organizzati in Italia contro gli attivisti verdi e, in particolare, contro il folto gruppo di Ultima Generazione.
La reazione dell’eco-vandalo
A stupire, però, è la reazione di uno degli eco-vandali appena condannati. Il messaggio di Davide Nensi, il ventiquattrenne di Treviso che è finito in tribunale, è tanto chiaro quanto preoccupante. Incalzato da Fanpage.it, l’attivista di Ultima Generazione non fa passi indietro e rilancia: “Lo rifarei”. “Ogni giorno noi scegliamo di manifestare. Sappiamo che parte dell’opinione pubblica non è d’accordo con i nostri metodi – spiega – Ma è necessario concentrarsi sulla motivazione, non sugli atti che commettiamo”. Poi il messaggio conclusivo: “Non ho ripensamenti, noi andiamo avanti. Meglio la prospettiva di un futuro con una condanna piuttosto che non avere futuro”.