– Maurizio Sarri sarà anche un bravo allenatore, ma non lo sta dimostrando e forse dovrebbe andare a lezione da Fabio Capello, il quale sostiene una teoria banale-banale che pure un neofita del calcio sarebbe in grado di comprendere. Questa: se il tuo avversario sta facendo quello che vuole sugli esterni, e la causa sta tutta nel tuo modulo 4-3-3, non puoi continuare ad adottare lo stesso schema come se fosse un editto imperiale. Altrimenti o sei di coccio o ti piace soffrire.
– Il ministro tedesco della Difesa ha fatto sapere che le intercettazioni dei russi ai danni degli alti ufficiali di Berlino, da cui è uscita l’informazione sui missili Taurus e che tanti imbarazzi ha creato a Scholz, sarebbero dovute ad un “errore individuale”. In sostanza uno dei partecipanti alla riunione su Webex (ma davvero di certe cose discutono online?) non avrebbe fatto accesso alla piattaforma tramite linea protetta. Domanda: se questi sono i livelli, siamo sicuri di vincere la guerra, qualora scoppiasse?
– Meraviglioso articolo di Labate su Pier Luigi Bersani (sono ironico) dal titolo: “La seconda vita dell’ex leader: io ascolto il popolo”. Sì, Pier Luigi, lo ascolterai pure, ma non mi pare che tu lo abbia mai capito molto bene. Il tuo giro da segretario del Pd non è andato affatto bene e dalle parti del Nazareno non ricordano grandi successi elettorali, anzi.
– Non so se il virgolettato sia vero o meno, fatto sta che il Corriere lo riporta così. Papale papale. Parlando di una possibile candidatura per il “campo largo” in Campania, su cui Pd e M5S faticano a trovare la quadra, Roberto Speranza avrebbe declinato affermando: “Io gioco in nazionale e mi volete far tornare in Serie B”. Cioè Speranza considera la Basilicata, la terra che l’ha eletto, da Serie B? Lui sostiene di non aver mai pronunciato queste parole, però boh: possibile che il Corrierone se la sia inventate? In ogni caso, la frase sarebbe poco istituzionale, ma è vera. Non perché la Basilicata valga poco, ma per uno che è stato ministro della Salute ed è parlamentare, nonché ex leader di Articolo 1, ritrovarsi governatore sarebbe come tornare in panchina. In periferia. E poi c’è chi sussurra che Roberto stia pensando di sostituire Elly Schlein qualora dovesse crollare alle europee… Occhio.
– Leggo i dati sulle immatricolazioni delle auto ibride, che tanto piacciono a chi corre verso l’elettrificazione. “Sono state scelte dal 38% dei consumatori”. Certo. Ma poi vai a vedere bene e, di queste, le preferite in assoluto sono le mild hybrid che di elettrico hanno poco o nulla ma che gli acquirenti comprano per poter avere un’auto a combustibile che, per qualche anno, avrà in città gli stessi permessi delle elettriche. Senza contare che alcune case un motore a scoppio senza il motorino mild non le fabbricano proprio più. Mi puzza di fregatura.
– Sul caso dei dossieraggi e della libertà di stampa, fate una cosa: prendete il pezzo di Michele Brambilla, e leggetelo da cima a fondo. Qui solo alcuni spunti:
1) “Il giornalista, in questo caso il cronista giudiziario o di nera, può anche svolgere in modo encomiabile il proprio lavoro di verifica delle notizie, e a volte può perfino sbugiardare le fonti ufficiali. Ma non può fare quello che fanno gli inquirenti, e cioè polizia giudiziaria e magistratura. Non può ad esempio intercettare telefonate. Non può fare una perquisizione. Non può controllare le operazioni bancarie. Non può avere accesso insomma ad alcun documento agli atti di chi conduce l’inchiesta: a meno che qualcuno non glielo mostri”. Chiaro?
2) “I cosiddetti scoop giudiziari sono notizie che escono dalle procure, o da altri organi investigativi, e che qualcuno ha interesse a far uscire. Il giornalista-buca-delle-lettere scrive solo in parte per il suo giornale e per i lettori: il vero datore di lavoro è qualcuno che si serve di lui per far sapere quello che non vuole (o non può) far sapere direttamente”. Chapeau.
– Il procuratore Melillo, sentito in commissione antimafia, fa esplodere la bomba sul caso dossieraggi: “Difficilmente – sostiene – il sottotenente Striano può aver fatto tutto da solo. Ne parlo con cognizione di causa”. Adesso allora venga data la caccia a mandanti e complici, grazie. Qui l’affare si ingrossa e non può più essere derubricato a banale fuga di notizie degna del miglior giornalismo di inchiesta. “Esiste un mercato delle informazioni riservate – sostiene Melillo – Bisogna capire se è il frutto della debolezza dei sistemi digitali, se è un caso. O se invece esistono delle logiche più sofisticate e ampie”. Mette paura.