Quest’anno l’Italia avrà il comando di tre missioni internazionali Aspides, Atalanta e Combined task force 153 nei mari più a rischio del mondo dal canale di Suez allo stretto di Hormuz. Ieri il Parlamento ha approvato le nuove operazioni per il 2024 dallo scudo europeo per proteggere il traffico commerciale nel Mar Rosso alla missione Levante per gli aiuti a Gaza e l’intervento dell’Unione europea in Ucraina con personale civile. In tutto le nuove missioni impiegheranno 834 uomini, tre navi e cinque mezzi aerei per un totale di 45.863.901 euro oltre ai 66.543 per il magistrato distaccato a Kiev.
L’Italia vuole fare arrivare nella striscia di Gaza «tutti gli aiuti necessari» ha annunciato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. L’ Operazione Levante con 192 militari, 10 mezzi terrestri, una nave e supporto aereo avrà il compito di «trasportare beni di prima necessità a favore dei civili». E pure «di schierare un ospedale da campo e una unità navale con capacità sanitaria, in supporto alla popolazione». Il ministro ha parlato in aula «dell’iniziativa Pane per Gaza» che verrà organizzata in collaborazione con il Programma alimentare mondiale che ha sede a Roma. La missione avrà anche il compito «di predisporre misure precauzionali per l’eventuale evacuazione di connazionali o l’estrazione delle forze italiane dalla regione». Il riferimento è ai nostri militari in Libano a cominciare dai caschi blu. L’obiettivo è «fornire contributi per fronteggiare una potenziale escalation nel conflitto Israele-Hamas». E viene sottolineata «la necessità di un’immediata pausa umanitaria che possa condurre a un cessate il fuoco sostenibile e al rilascio incondizionato degli ostaggi» israeliani.
Il fiore all’occhiello delle missioni approvate ieri è Aspides, scudo in greco, l’operazione navale europea decisa il 19 febbraio dal Consiglio Ue. Il cacciatorpediniere multiruolo, Caio Duilio, che ha già abbattuto un drone lanciato dai ribelli Houti, è l’ammiraglia con a bordo il comandante tattico, Stefano Costantino. La Grecia ha la guida strategica con il commodoro Vasilios Griparis nella base di Larissa. L’obiettivo è la «salvaguardia della libera navigazione e la protezione del naviglio mercantile in transito in un’area di operazioni che include Mar Rosso, Golfo di Aden e Golfo Persico». Le regole di ingaggio sono difensive per contrastare la minaccia degli Houti che dallo Yemen bersagliano il traffico marittimo nel Mar Rosso. La flotta europea dovrà «neutralizzare i diversi tipi di minaccia che possono venire da droni e missili, senza escludere gli attacchi marittimi o aerei». Gli 8 milioni di euro di spese comuni della missione saranno a carico dello «Strumento europeo per la pace», un fondo che già rimborsa gli aiuti militari all’Ucraina. Tajani ha confermato l’allarme per le infrastrutture critiche che garantiscono la trasmissione dati del traffico internet globale. «Attraverso il Mar Rosso passano 16 sistemi di cavi sottomarini che collegano l’Europa all’Asia – ha dichiarato il ministro -. Quattro sono stati recentemente danneggiati». In pratica un quarto del traffico dati è compromesso.
Dal 10 febbraio la Marina militare è a capo della missione anti pirateria Atalanta, davanti alla Somalia, con la fregata Martinengo. E in aprile l’Italia assumerà il comando di una terza flotta internazionale, la Combined Task Force CTF-153, che opera nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden, schierando un’ulteriore nave militare. Fra le missioni varate ieri è prevista anche l’«attività di presenza e sorveglianza navale nelle acque internazionali del Canale del Mozambico di interesse strategico nazionale» dove abbiamo impianti dell’Eni. In Ucraina manderemo un magistrato con la missione Euam per «lo sviluppo di servizi di sicurezza sostenibili» puntando ai «diritti umani e di genere, al buon governo e alla lotta alla corruzione».