Presidente Crisci, partiamo subito dal presente e da EX30, un modello sui Volo punta tantissimo.
“È il primo modello che nasce per essere completamente elettrico, quindi dalla piattaforma fino al pianale completamente piatto, tutte le caratteristiche di questa vettura puntano a portare sul mercato per la prima volta una Volvo davvero sostenibile anche da un punto di vista costruttivo perché ci sono molti materiali in percentuali generose che sono riciclati, ma soprattutto alla fine del ciclo di vita l’auto sarà riciclabile al 95%. Per noi è molto importante, quindi prima vettura elettrica con tutte le caratteristiche di sicurezza di Volvo e di sostenibilità, ma soprattutto una vettura elettrica che è capace di posizionarsi su un’area di prezzo molto accessibile sia per essere una Volvo ma in generale per essere un’auto elettrica perché è un prezzo assolutamente paragonabile a un’auto endotermica. E infine è la prima auto completamente elettrica che apre la strada a tutte le altre che stanno arrivando. Il piano è di due vetture elettriche ogni anno fino ad arrivare al 2030 a produrre solamente auto elettriche”.
Nessuno spazio a tentennamenti o ripensamenti di sorta dunque.
“La strada è quella tracciata, riteniamo che oggi questa sia la tecnologia per dare la risposta alle problematiche del clima, dell’inquinamento e anche per dare una risposta al pubblico perché capiamo che c’è una grande voglia di salire su questa tipologia di vetture. Noi ovviamente non imponiamo nulla, nel senso che abbiamo ancora le plug in hybrid in listino e vi rimarranno ancora qualche tempo, però è evidente che ormai la decisione è presa e riteniamo che i tentennamenti non siano assolutamente giustificati perché l’impegno di Volvo è un impegno, non solo aziendale, ma davvero di tutte le persone che ne fanno parte”.
Quanto possono incidere gli incentivi per incrementare le vendite di EX30?
“Allora quest’anno puntiamo a fare circa 4.500 pezzi che vorrebbe dire circa il 20% del nostro mix annuale. È chiaro che con gli incentivi di cui la EX30 potrebbe beneficiare, questi numeri potrebbero ulteriormente aumentare soprattutto sul dato delle flotte, perché si sa che Volvo è sempre molto apprezzata da quel mondo lì. Insomma, abbiamo ottime speranze e vedremo quando si sbloccheranno gli incentivi cosa succederà”.
Lei ha parlato giustamente di un’Italia del derby dove ci sono le fazioni. Perché il mercato italiano dell’elettrico è fermo al palo?
“Manca l’approccio nel capire che queste tecnologie sono e rappresentano il futuro, i motori endotermici prima o poi rappresenteranno il passato perché tutto ciò che brucia emette e quindi è inevitabile che qualsiasi combustione interna comporti emissione. L’importante è capire che la strada è questa ma non c’è oggi un obbligo, c’è tutto il tempo per adeguarsi e per utilizzare queste tecnologie magari iniziando gradualmente con tecnologie intermedie che sono per esempio i plug in Hybrid”.
Cosa si può fare di più?
“È importante capire che l’Italia ha sempre rappresentato per i motori endotermici una grande realtà produttiva e quindi mi auspico che ci sia la volontà strategica da parte di chi ci guida, quindi governo e istituzioni ma anche grandi aziende, di riconvertire in fretta le tecnologie verso il nuovo che sta arrivando, che non è solamente la propulsione elettrica o l’idrogeno un domani, ma sono i software, i sistemi di connettività, i sistemi di sicurezza, gli Adas, la guida autonoma, quindi c’è tantissimo su cui lavorare e spero davvero che l’Italia riesca a mantenere non solo i posti di lavoro e averne di nuovi, per mantenere il livello straordinario di eccellenza che ha sempre rappresentato in passato”.